Con il Venezia tre errori decisivi del Lane: Di Carlo non è più intoccabile per i tifosi, misteriose accuse di Rosso. Che però tace sul mercato

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LR Vicenza post partita con il Venezia
LR Vicenza post partita con il Venezia

A proposito di episodi. E di errori. Nel derby di ritorno al Menti contro il Venezia ci sono stati tre episodi che hanno deciso la partita in senso negativo per i biancorossi. Sono stati in realtà tre vistosi errori commessi da altrettanti giocatori: Longo, Padella e Grandi.
Il primo al 23° minuto. Longo riceve un assist al bacio a non più di due metri dalla linea di porta veneziana. È solo, ha tutto lo specchio libero di fronte ma sbaglia la deviazione a porta vuota e il tiro finisce alto.

Dieci minuti dopo Beruatto intercetta sulla linea dei 20 metri una respinta dei neroverdi e batte uno shoot in corsa e in diagonale che supera Lazzerini, passa sotto la traversa e finisce in rete. Gol annullato per fuorigioco attivo di Emanuele Padella. Il quale se ne sta piantato come un palo davanti al portiere del Venezia e giusto sulla traiettoria del tiro, almeno un paio di metri oltre la linea dell’offside. Non solo. Tenta perfino di deviare di testa la conclusione del compagno. Inspiegabile l’errore del giocatore vicentino: non segue i difensori avversari che risalgono dopo la respinta. E dire che proprio un difensore dovrebbe saper bene quali sono i movimenti che si fanno in questi casi.

Terzo errore al quarto d’ora della ripresa. Ripartenza del Venezia sulla propria fascia sinistra. Il Vicenza è parecchio sbilanciato in avanti. Di Mariano sprinta sull’out e semina Cappelletti. Più al centro stanno recuperando un paio di biancorossi. Esce a tutta velocità dall’area il portiere Grandi che intercetta l’attaccante neroverde a una trentina di metri dalla porta e lo abbatte con un fallo indiscutibile. Fallo da ultimo uomo in chiara azione da gol e quindi sacrosanto cartellino rosso. L’errore è frutto di una sbagliata lettura dell’azione da parte del portiere: non c’era alcuna necessità di uscire dall’area e di andare incontro a Di Mariano sulla trequarti. C’erano già due compagni che stavano recuperando centralmente la posizione e l’avversario era ancora in fascia.

In inferiorità numerica il Lane ha dovuto cambiare modulo e Di Carlo, anziché togliere una delle due punte (non proprio pericolosissime), come sarebbe stato forse più logico, ha richiamato Giacomelli che era stato utile (ma non come altre volte) al centrocampo.
Il Venezia si è appropriato dell’iniziativa del gioco e ha dato l’assalto alla metà campo biancorossa, costringendo il Lane ad arroccarsi oltre la linea mediana fino alla extrema ratio di difendersi nel finale con una linea a cinque. È riuscito a salvare lo 0-0 soprattutto perché il centravanti neroverde Forte ha colpito di testa iln palo. Se fosse stato gol, ben difficilmente si sarebbe potuto replicare.

Vedere in campo a confronto un attaccante con le qualità di Forte con i tre schierati da Di Carlo nel corso del match (Longo, Jallow e Meggiorini) ha fatto capire perfino a chi ancora non l’aveva capito cosa manca al gioco offensivo del Lane: un uomo-gol, una punta che in area faccia sentire il suo peso, un opportunista che sappia sfruttare ogni occasione.
Il Vicenza non ce l’ha, c’è poco da fare. Meggiorini ha evidentemente problemi di recupero e non gli si può rimproverare nulla vista la carta d’identità. Di Longo non si è ancora capito quali siano le caratteristiche offensive e forse lo stesso Di Carlo non le ha ben chiare. A Jallow non si può certo negare la generosità ma, talvolta, viene il dubbio che sia un attaccante. Marotta quest’anno è relegato al ruolo di rincalzo e comunque nemmeno in C era sembrato un goleador. A Gori bisogna perdonare i limiti derivanti dall’inesperienza ma il Lane non può permettersi di farlo giocare con continuità per accrescerla.

Anche contro il Venezia le palle-gol biancorosse non portano la firma di un attaccante. Un difensore, Beruatto, è stato il vero bomber vicentino e qualcosa hanno fatto i centrocampisti inserendosi anche se non con la necessaria continuità. Nei social si fanno sempre più frequenti gli attacchi a Mimmo Di Carlo, evidentemente non più intoccabile per i tifosi mentre la critica, per ora, non lo mette nel mirino. Bisogna riconoscere all’allenatore biancorosso alcune attenuanti: la squadra a disposizione è quella che è e, per di più, è stata colpita da contagi e infortuni, costringendo l’allenatore per mesi a utilizzare riserve, giocatori fuori ruolo e non in condizione. Mimmo è stato bravo a inventare soluzioni a fronte di queste emergenze e a infondere nei suoi l’animus pugnandi anche in situazioni che parevano disperate.

Senza più esterni a disposizione, ha pure dovuto abiurare alla originaria impostazione tattica della squadra, fondata sugli esterni, e quindi tornare dal 4-4-2 (adottato dalla 11a giornata della serie C) al 4-3-1-2 sperimentato senza successo nella decade iniziale l’anno prima.

Dopo metà campionato però è inevitabile constatare che la squadra non ha una precisa identità e nemmeno conti-nuità. A meno che tale non si voglia considerare la sequenza dei pareggi, che ormai sembrano il risultato a cui al massimo può ambire il Vicenza di questo campionato.

Non c’è stata crescita nei biancorossi, né nella qualità del gioco né in quella dei singoli. E questo anche per un eccesso nel turn over, a cui l’allenatore spessoa è necessitato a ricorrere ma che, in più di un’occasione, è sembrato un po’ fine a sé stesso e ha portato a scelte azzardate.

Per la prima volta Renzo Rosso ha criticato la squadra e ha perfino attaccato alcuni giocatori tacciandoli di non esser degni della maglia. Con chi ce l’aveva? L’esternazione non è stata né tempestiva né opportuna. E magari andava accompagnata da qualche spiegazione sull’immobilismo della società nel calciomercato.

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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.