Concessione Bocciodromo, Rui: Rucco preferisce gli zombi dello smartphone

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Bocciodromo, per Maltauro non è prioritario trovare una sede alternativa

Signori si è appreso dai media – scrive Irene Rui de La Sinistra – che il rinnovo della concessione del Bocciodromo in via Rossi, sarà legata ad un bando che prevederà, sì la priorità dell’assegnazione alle associazioni usufruenti, ma anche un cannone più elevato che terrà conto delle migliorie apportate in questi anni.

La concessione sarà legata altresì alla clausola che non si potrà fare attività politica ma solo culturale-ricreativa. Ebbene Signori che significa questo? Cosa significa fare Politica: occuparsi dell’integrazione degli immigrati, dei rifugiati, attraverso attività sportive, culturali e culinarie? Aiutare le famiglie povere, i lavoratori ad uscire dal loro disagio sociale? Interscambi musicali, artistici e culinari? Anteporre una cultura di pace contrapposta a quella della guerra e imperialista, a quella dei padroni mondiali che vogliono schiacciare le popolazioni, causando i disagi sociali, sia per queste popolazioni, sia per chi si trova a ricevere queste povere anime?

Ospitare gruppi di associazioni che vogliono difendere la madre terra dall’inquinamento ambientale, dalle grandi opere che causano dissesto ambientale e cementificano il territorio? Ospitare gruppi associativi che difendono la scuola pubblica, che discutono sui punti del manifesto femminista al 99%, di altro consumo, della decrescita, di una vita sostenibile e umana?

Se questo per Rucco e company è fare politica, ben venga che ci sia al mondo ancora chi ha voglia di non omologarsi ad una cultura liberista; ma a fare politica a questo punto sono le mostre a palazzo Chiericati, in Basilica Palladiana, quelle patrocinate dalla Provincia nel Centro Commerciale Palladio, l’”Illustri Festival”, il “Festival Biblico”, e si può aggiungerne, al sacco, come le rappresentazioni teatrali al Comunale, piuttosto che all’Astra, o nei diversi teatri cittadini, a questo punto neppure queste non si dovrebbero fare all’interno di quei palazzi, di quei luoghi che sono gli incubatori culturali.

Si capisce che Rucco e company preferiscono gli zombi dello smartphone, quelli che non sono in grado di interagire e soffrono e creano problemi sociali, ma che sono pur brontolando, ubbidienti all’ordine precostituito; li preferisce a chi invece discute e crea una coscienza critica. E quindi un centro socio-culturale come è oggi il Bocciodromo dà fastidio, tanto da tacciarlo di far politica. Ma ripeto signori se far cultura significa far politica allora è tutta la cultura che deve essere messa al bando tranne quella piatta.

L’attività delle associazioni all’interno del Bocciodromo non devono e non possono essere stoppate, perché sono un valore aggiunto per la Città di Vicenza.

Le differenze culturali permettono la crescita, la mancata differenza appiattisce e porta alla morte.