Quattro anni di reclusione più la revoca della patente di guida e il pagamento di tutte le spese processuali: è arrivata oggi la sentenza di primo grado a carico del 64enne camionista tedesco Wolfgang Rieke, accusato di avere investito e ucciso l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin nel novembre 2022 a Montebello Vicentino. Rieke, subito dopo aver travolto Rebellin, era fuggito dal luogo dell’incidente, arrivando fino in Germania. Era poi stato individuato e arrestato dai carabinieri di Vicenza. Dopo che il patteggiamento a tre anni e 11 mesi era stato respinto per due volte, oggi – come detto – è arrivata la sentenza di primo grado, pronunciata a Vicenza, con la condanna a quattro anni di reclusione (il pm aveva chiesto 5 anni).
Le reazioni dei familiari di Davide Rebellin
In Tribunale a Vicenza c’erano anche il fratello Carlo e la mamma Brigida, i quali, nonostante il dolore mai placato per la tragica perdita di Davide, ucciso nell’incidente a soli 51 anni, hanno voluto presenziare all’ultima udienza del processo per omicidio stradale aggravato.
La signora Brigida Gattere e Carlo Rebellin, con anche la nipote della vittima, Andrea Stella, figlia di un altro dei tre fratelli, Simone (il terzo è Stefano), sono stati accompagnati in aula dal loro legale, l’avv. Davide Picco del foro di Vicenza, e da Alessio Rossato, il loro consulente personale di Vicenza di Studio3A-Valore S.p.A., che ha assistito e seguito fin dall’inizio tutta la famiglia nell’iter risarcitorio, chiuso da tempo.
All’uscita hanno preferito non parlare di fronte ai tanti media presenti, affidando ad Alessio Rossato i loro pensieri e commenti.
“Siamo moderatamente soddisfatti per l’entità della pena inflitta, considerate le leggi sull’omicidio stradale – ha spiegato Carlo Rebellin attraverso il suo consulente personale – La Procura di Vicenza (in aula c’era anche il Pubblico Ministero titolare del procedimento penale, il dott. Roderich Blattner, ndr) ha svolto un importante lavoro, e l’imputato ha fatto anche otto mesi di carcere, evento molto raro in queste circostanze”. Attualmente Wolfgang Rieke si trova in Germania: dopo essere stato colpito da un ictus gli è stata revocata la misura degli arresti domiciliari e gli è stato consentito di tornare a casa in ragione delle gravi condizioni di salute.
“D’altra parte – ha concluso il fratello -, anche se lo avessero condannato a dieci anni il dato di fatto è che Davide non ce l’avrebbe comunque restituito nessuno, non sarebbe tornato indietro”. Ed è proprio questa l’unica, amara considerazione della mamma Brigida, che non è voluta entrare nel merito della sentenza, limitandosi a prendere dolorosamente atto che “mio figlio purtroppo l’ho perso per sempre, non c’è più”.