E’ tutto pronto per l’avvio della sperimentazione per la condotta acquedottistica Montecchio Maggiore – Brendola – Lonigo, come dichiarato in un comunicato stampa dall’assessore all’Ambiente della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, dopo la conclusione dei lavori, curati dalla società regionale Veneto Acque, per la sua realizzazione e per il completamento delle operazioni di lavaggio e igienizzazione delle tubazioni.
“La condotta, per la quale sono stati investiti 17 milioni di euro, – spiega l’Assessore regionale all’Ambiente – si sviluppa su 17 chilometri e interconnette i centri di produzione idrica di Natta in Comune di Montecchio Maggiore e Madonna dei Prati in Comune di Brendola, con la centrale idrica di Madonna di Lonigo. Un’ulteriore importante passo per superare l’emergenza PFAS”.
Attualmente l’opera è in fase di collaudo tecnico – amministrativo e presto, grazie alla collaborazione tra Veneto Acque e i gestori del Servizio Idrico Integrato Viacqua, Acque del Chiampo, Medio Chiampo, Acquevenete e Acque Veronesi, si provvederà ad avviare il funzionamento sperimentale dell’infrastruttura con immissione di acqua potabile.
“L’intervento costituisce il primo stralcio funzionale della direttrice Lonigo Brendola Piazzola sul Brenta – prosegue l’Assessore -, che una volta terminata consentirà di addurre acqua dalle fonti di attingimento sicure individuate nelle falde idriche del Medio Brenta e della Valle dell’Agno”.
L’opera si aggiunge alla condotta di adduzione, terminata nel 2021, che collega il nuovo campo pozzi in Comune di Belfiore nel Veronese con la stessa centrale di Madonna di Lonigo.
“Si tratta di un’altra importante infrastruttura, portata a termine nei tempi previsti – conclude l’Assessore -, che permetterà di fornire acqua di ottima qualità alle aree colpite dalla contaminazione PFAS, per le quali la potabilità dell’acqua viene comunque attualmente garantita da apposito trattamento di filtrazione con carboni attivi”.