Attivate le procedure previste, il Consiglio Direttivo di Confartigianato Imprese Vicenza, ha nominato Gianluca Cavion, già vice presidente, alla guida dell’Organizzazion, dopo l’uscita di scena di Agostino Bonomo, che ambiva alla guida nazionale senza successo. Una scelta che va nel segno della continuità in questa difficile fase economica e sociale che interessa le quasi 15.000 imprese di Confartigianato. Avendo già maturato una lunga esperienza accanto al presidente uscente e in qualità di membro della Giunta Esecutiva con delega alle Politiche d’Impresa, Strategie di Mercato, e per l’Imprenditoria Giovanile, Cavion è stato ritenuto dal Consiglio Direttivo la persona più idonea per proseguire un cammino che vedrà Confartigianato impegnata in prima linea su più fronti nei prossimi mesi. Forte delle esperienze associative che nel tempo hanno toccato diversi aspetti degli ambiti associativi, dal territorio, alle categorie, dagli enti bilaterali al settore del credito, Cavion guiderà l’Associazione per i prossimi 2 anni.
“Ringrazio i colleghi del Consiglio Direttivo per la fiducia che mi hanno voluto accordare e un sincero e personale ringraziamento va ad Agostino Bonomo per gli anni di impegno messi a disposizione di Confartigianato. Raccolgo un’eredità importante ed è mia intenzione, assieme alla squadra di Giunta, farne tesoro e valorizzarla – commenta Cavion in una nota -. Il 2020 è stato un anno duro sia per i singoli che per l’economia, ma Confartigianato non ha mai perso il passo accompagnando le sue imprese giorno per giorno, decreto dopo decreto, mantenendo alta l’attenzione del legislatore verso il mondo dell’artigianato che rappresenta l’ossatura del nostro Paese. Dal sostegno alle imprese che più stanno pagando l’emergenza sanitaria e gli annessi provvedimenti, dalle strategie più idonee per un rilancio dell’artigianato, dalla diffusione di una cultura d’impresa che guarda all’innovazione e alla digitalizzazione come irrinunciabili frontiere, Confartigianato in questi mesi non ha mai abbassato la guardia esprimendo al meglio il suo ruolo di ‘corpo intermedio’.”
“Oltre alle problematiche inevitabilmente legate alla situazione contingente, ci sono anche tematiche di sviluppo nell’agenda del neo presidente. “Partiamo dal Superbonus 110% visto l’impatto che avrà su tutte le aziende del Sistema Casa, sui cittadini, sul patrimonio edilizio, sulle emissioni. Siamo pronti a fornire servizi e consulenze affinché le potenzialità di questa misura siano colte appieno. E parlando di filiera della casa non posso non porre l’accento sull’importanza delle Reti di Impresa che permettono accessi più rapidi ed efficaci per esempio nei bandi pubblici ma anche di allargare il mercato dei diversi componenti”, spiega Cavion.
“Tra le priorità, naturalmente, non vanno dimenticate le infrastrutture quali: la Pedemontana, sulle cui opere accessorie non manca una certa preoccupazione e sulle quali quindi teniamo alta l’attenzione; la Valdastico Nord, arteria che le nostre aziende attendono da tempo per avere un corridoio diretto con i mercati di sbocco del nord Europa; e la TAV, i cui lavori arrivano fino a Verona per poi lasciare il posto a tanti punti di domanda (Dove arriverà a Vicenza? Perché tanta lentezza in questo tratto? E da Vicenza in là cosa succederà?) – continua il neo presidente-. Altri temi su cui concentreremo la nostra azione saranno tutte le misure riguardanti gli investimenti 4.0, perché mancano politiche serie che tocchino le PMI e perché questo tipo di interventi devono diventare strutturali. Quanto all’export, da sempre punto di forza delle nostre imprese e del nostro territorio, ha subito un fortissimo rallentamento visto il clima d’incertezza globale generato dal Covid; vanno quindi pensate politiche e iniziative per recuperare anche in questo ambito il tempo perduto per dare forza agli artigiani impegnati in questo campo sia direttamente che all’interno delle filiere manifatturiere”.
Quanto al mondo politico, Gianluca Cavion lancia un solo, forte messaggio: “Prima pensate al piccolo: nel varare i provvedimenti vanno prese in considerazione le ‘misure’ delle imprese. Se il 99% del tessuto produttivo è costituito da PMI perché ostinarsi a fare norme e leggi che non rispecchiano questa realtà?”.