Canone Unico, non ci siamo: diverse attività del commercio, del turismo e della ristorazione di Vicenza hanno reagito con grande preoccupazione nello scoprire i nuovi importi del Canone Unico Annuale comunicati nei giorni scorsi da I.C.A. Spa (Imposte Comunali Affini), il concessionario di riscossione incaricato dal Comune di Vicenza. In particolare, l’attenzione di Confcommercio Vicenza è stata richiamata sull’imposta comunale sulla pubblicità (una delle voci del CUA), che le imprese pagano quando espongono, ad esempio, insegne, cartelli, cassonetti luminosi, vetrofanie o qualsiasi altro mezzo pubblicitario.
Ebbene, c’è chi rischia di subire aumenti dell’imposta considerevoli, ma non per le tariffe applicate dal Comune: ad incidere sono, invece, le superfici che il concessionario ha calcolato come soggette a canone e che sono, secondo la valutazione di Confcommercio Vicenza, quanto meno illogiche.
Tra i casi segnalati agli uffici dell’Associazione, un’attività si è vista conglobare, come superficie pubblicitaria, anche i cartelli che segnalano l’ingresso e l’uscita dal punto vendita, o una semplice immagine di una bambina che annaffia le piante, senza alcun riferimento pubblicitario; oppure, c’è chi si è visto addebitato l’importo per il cartello “riservato” del parcheggio. Alcune strutture ricettive hanno segnalato addebiti per la segnaletica alberghiera, da sempre ritenuta, quando l’imposta era incassata dal Comune, esente dal canone. Ancora: un ristorante ha subito un aumento di circa il 130% degli importi da pagare per una serie di rilievi, compresa la presenza di un menu collocato in prossimità della porta di ingresso (accessibile solo previo passaggio per parcheggio privato).
Il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo ha annunciato di avere già preso contatti con il Sindaco di Vicenza Giacomo Possamai: «Il Sindaco ci ha già dato piena disponibilità ad affrontare e approfondire la questione e a fissare un incontro urgente, anche con gli uffici comunali preposti, per verificare come sta operando il concessionario e correggere gli eventuali errori».
Se è pur vero, infatti, che le valutazioni possono essere segnalate e corrette, secondo il presidente di Confcommercio Vicenza è preferibile agire affinché errori con conseguenti tariffe esagerate siano evitati a monte: «Siamo fiduciosi si possa rivedere l’operato fin qui fatto – ha aggiunto Piccolo – perché non sarebbe corretto accettare la logica del “tanto si può fare ricorso”, in quanto le nostre imprese sono pronte a pagare il giusto, ma non a sostenere anche perdite di tempo e costi, che si potrebbero evitare semplicemente applicando le norme, attenzione e buon senso».
Quando, nel marzo scorso, il Comune di Vicenza aveva effettuato un incontro con le categorie economiche proprio sulla decisione di affidare, in via sperimentale e per 18 mesi, la riscossione del CUA alla società I.C.A. Spa, Confcommercio Vicenza aveva già espresso la necessità di evitare un aggravio di costi per le imprese del commercio, turismo e servizi.
Piccolo ha ricordato che già in quell’occasione i commercianti avevano sottolineato agli assessori competenti l’importanza di garantire l’equità dei tributi richiesti, anche a fronte di altre esperienze di riscossione affidata ai privati attive in provincia, dove non sono mancati problemi simili. «Auspichiamo dunque che nei prossimi giorni – ha concluso il presidente di Confcommercio Vicenza – si valuti attentamente la questione e il periodo sperimentale di riscossione esternalizzata nel suo complesso, prima di decisioni future che riguardano il Canone Unico Annuale».