“La Giustizia è lenta ma arriva sempre e non è concepibile che negli anni 2000 Confintesa FP per far rispettare un accordo integrativo previsto dal Contratto di lavoro debba ricorrere alla Magistratura che ha accolto il nostro ricorso e dichiarato antisindacale il comportamento del Ministero della Giustizia in ordine al mancato avvio delle procedure di selezione per le progressioni economiche e nella mancata negoziazione integrativa annuale per stabilire i parametri, i requisiti, i termini, e quant’altro necessario per tali procedure e per quelle riferite al FRP- fondo risorse decentrate 2019 e 2020”.
Lo dichiara Claudia Ratti, Segretario Generale di Confintesa FP in merito all’Ordinanza del Tribunale di Roma che condanna il Ministero della Giustizia per condotta antisindacale. L’esito positivo del ricorso presentato da Confintesa FP lo scorso anno, purtroppo, non risolve il problema delle progressioni economiche in quanto è già in vigore il nuovo CCNL e
il problema è stato rinviato, con l’acquiescenza di altre sigle sindacali, “a data da destinarsi” lasciando circa 10.000 dipendenti della Giustizia senza il godimento di un loro diritto come la progressione economica.
“Abbiamo scritto al Ministro della Giustizia – continua Claudia Ratti – chiedendo se intende
dar seguito immediatamente al dispositivo del Tribunale di Roma oppure obbligarci ad
agire giudizialmente anche per eseguire il provvedimento. Attendiamo risposta. Oltre a questo – conclude la sindacalista – c’è un’altra sentenza che fa rumore e che vede la Corte di Appello di Venezia riconoscere la responsabilità penale della Marina Militare in merito alla morte di due militari vittime dell’amianto. Anche in questo caso la nostra Federazione di categoria è stato l’unico sindacato che si costituì, dieci anni fa, come parte civile. La Giustizia arriva dopo dieci anni e forse sarebbe il caso di accelerare i tempi per dare certezza del diritto e una Giustizia Giusta”.