Si intensifica, di giorno in giorno, il conflitto esploso nella Striscia di Gaza ed in Cisgiordania, una delle aree più densamente abitate del mondo. Il numero delle vittime cresce di ora in ora e l’ultima offensiva parla di almeno 115 morti, molti dei quali civili, e oltre 600 feriti, con un drammatico bilancio che si assomma alle stringenti difficoltà ingenerate dalla dilagante povertà, dalla carenza di strutture sanitarie e beni di prima necessità, dalle conseguenze delle politiche di oppressione e dalla permanenza del devastante impatto della pandemia da coronavirus tutt’ora in essere.
E’ chiaro come l’attuale situazione di massima conflittualità rappresenti la punta dell’iceberg, quale momento di culmine di un crescendo di tensioni, diseguaglianze, ingiustizie, repressioni, violenze e discriminazioni che hanno caratterizzato il controllo dei territori palestinesi, la progressiva espansione israeliana e le scomposte reazioni dell’una e dell’altra parte, in una lotta impari che sconta la frustrazione dell’indifferenza, più o meno strategica, dell’opinione pubblica internazionale.
E’ indispensabile intervenire con urgenza per garantire un immediato “cessate il fuoco” ed un ampio intervento umanitario di sostegno, così da evitare ulteriori derive militari e sociali di devastante portata. Ma non basta. E’ necessario che tutta la comunità e l’opinione pubblica internazionale si mobilitino per ristabilire l’effettiva ripresa del dialogo e costruire le condizioni per una pace duratura e giusta, che si fondi sul reale rispetto del valore della vita umana, dei diritti di ogni popolo e comunità, della tutela della persona, della collettività e delle reciproche prerogative, affrontando, con onestà intellettuale, verità ed abbandono delle mere logiche utilitaristiche di matrice geopolitica, la questione dell’estesa conflittualità di tale parte del mondo.
Meritocrazia Italia invoca, dunque, un intervento internazionale a carattere multiprospettico, in cui al necessario approccio teso alla mediazione ed alla cessazione delle ostilità si accompagni un estesa azione di aiuto umanitario per le popolazioni colpite ed una effettiva tutela dei diritti a lungo periodo, assumendo il coraggio della condanna delle condotte repressive, violente e violative di diritti dell’uomo da chiunque poste in essere.
Non possiamo continuare a voltarci dall’altra parte, non possiamo continuare ad avere uno sguardo intermittente, non possiamo abbandonare le persone ad un destino fatto di povertà, di guerra perenne, di grida di aiuto inascoltate, non possiamo continuare a raccontare verità parziali, non possiamo, in una parola rinunciare ad essere umani.
Serve un moto collettivo di recupero della solidarietà reale e non di facciata, perchè se la pandemia ci ha consegnato un insegnamento è quello della forza della resilienza umana e perchè nascere in una determinata parte del mondo piuttosto che in un’altra è solo una questione di fortuna.
Tutti i bambini del mondo vorrebbero guardare un cielo brillante, ma c’è differenza tra la luce delle stelle e quella delle bombe.