Congedo mestruale, è ancora in attesa di approvazione la proposta di legge

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La proposta di legge sul congedo mestruale, che prevederebbe la possibilità per le donne con un ciclo mestruale doloroso di poter restare a casa con un permesso speciale di tre giorni è ancora al vaglio della Commissione Lavoro. Era  il 27 aprile 2016 quando la deputata del Partito Democratico Romina Mura ha presentato alla Camera, insieme a Daniela Sbrollini, Maria Iacono e Simonetta Rubinato, il disegno di legge 3781, “Istituzione del congedo per le donne che soffrono di dismenorrea”.

La proposta prevede che vengano accordati tre giorni di permesso retribuito al mese alle donne colpite da una vera e propria patologia, chiamata appunto “dismenorrea”, che si manifesta quando le contrazioni dovute allo sbalzo ormonale caratteristico del ciclo mestruale creano sintomi quali mal di pancia molto intenso, crampi addominali, mal di schiena, mal di testa, emicrania o nausea talmente forti da risultare invalidanti. In caso di approvazione, ne avrebbero diritto le donne che lavorano full o part time, con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo determinato, indeterminato e a progetto, sia nel settore privato che in quello pubblico. Le donne aventi diritto potranno richiedere il certificato di un medico specialista, che andrà rinnovato annualmente e dovrà essere presentato entro il 31 dicembre di ogni anno; l’indennità invece corrisponderà al 100 per cento della retribuzione giornaliera. Ma il Governo su questo è ancora fermo. La legge è ancora in attesa di approvazione. Eppure in Italia, secondo alcune stime,  i dati sulla dismenorrea sono a dir poco allarmanti: dal 60% al 90% delle donne soffrono durante il ciclo mestruale, e questo causa tassi dal 13% al 51% di assenteismo a scuola e dal 5% al 15% di assenteismo sul lavoro.

Ma, secondo il quotidiano economico finanziario “Investire Oggi” , se questa legge venisse approvata sarebbe un possibile duro colpo per le donne, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere. L’occupazione femminile in Italia è tra le più basse di tutta Europa. Nella fascia di età tra 15 e 64 anni, solo 48 donne su 100 lavorano, contro il 66,5% tra i maschi. La media europea è notevolmente più alta. A fronte di un tasso di occupazione generale nella UE superiore al 70% tra i 20 e i 64 anni, la percentuale di donne al lavoro supera il 64%. Secondo Investire Oggi “Il gap tra uomini e donne risulta, quindi, notevolmente più alto in Italia rispetto alla media europea, anche se allo stesso tempo, il nostro è anche il paese, insieme al Lussemburgo, dove più basse sarebbero le disparità retributive tra i due sessi. Serve, quindi, creare maggiori opportunità lavorative per il gentil sesso, ma leggi come quelle del cosiddetto “congedo mestruale” non farebbero che accrescere la diffidenza dei datori di lavoro verso le assunzioni di donne tra il proprio personale”. 

Il congedo mestruale è invece già legge in alcuni Paesi Asiatici, come il Giappone, l’Indonesia, la Corea del Sud e Taiwan, legato anche alla credenza in quelle zone, che l’assenza di riposo in quei giorni per la donna provocherebbe complicazioni per i parti.