L’Onda dei Diritti sarà venerdì 29 marzo dalle 18:30 in Piazza Matteotti a Vicenza: associazioni, gruppi e singoli cittadini daranno vita ad una breve marcia a sostegno dei diritti civili nel nostro Paese.
In concomitanza – spiega una nota del Vicenza Pride – con gli eventi organizzati per dire no ai contenuti promulgati nel ‘WCF – Congresso Mondiale delle Famiglie’, che si terrà a Verona il 29-30-31 marzo, anche la città di Vicenza vuole aderire a questa onda di iniziative.
L’Onda dei diritti non sarà una manifestazione contro qualcuno o qualcosa, bensì una pacifica e colorata passeggiata narrante, per ribadire l’esigenza di non arretrare socialmente e politicamente nel riconoscimento dei diritti civili, soprattutto in tema di parità di genere, inclusione delle persone LGBT+ e sostegno dei diversi modelli di famiglia esistenti nella società.
L’Onda dei Diritti sarà una iniziativa senza bandiere, che fin dalla sua organizzazione ha coinvolto tante associazioni e molti cittadini e cittadine. Durante il percorso ripercorreremo le tappe salienti della storia civile d’Italia, dalla Costituzione alla legge Cirinnà. Sono previste 4 brevi soste durante le quali verranno letti l’anno, il nome e gli effetti di leggi che dal dopo guerra ad oggi hanno segnato il riconoscimento dei diritti civili nel nostro Paese.
Partecipano e co-organizzano, tra le altre: Vicenza Pride, Movimentiamoci, CGIL, Associazione Luca Coscioni, ANPI, Fornaci Rosse, Donna Chiama Donna, Cooperativa Sociale Insieme, Cooperativa Tangram.
Le associazioni parteciperanno poi alla manifestazione nazionale che si terrà sabato 30/3 a Verona.
Rifondazione Comunista – scrive Irene Rui per il Partito della Rifondazione Comunista Sinistra Europea di Vicenza – aderisce alla pacifica e colorata passeggiata narrante, del 29 marzo, per ribadire l’esigenza di non arretrare socialmente e politicamente nel riconoscimento dei diritti civili.
Ci si trova in un periodo storico molto grave dove tutte le norme varate e in discussione del governo giallo-nero/verde, nemico del popolo, mettono in serio pericolo i diritti civili sanciti dalla Costituzione e riconosciuti in 70 anni di lotte da parte di donne, uomini e gender, da lavoratrici e lavoratori, da studentesse e studenti. Ci si trova in uno stato di arretramento dove si cancella, il diritto di permesso umanitario, i diritti sanitari, i servizi sociali, l’istruzione ai migranti e alle loro famiglie, in cui con facilità si toglie il permesso di soggiorno agli stranieri e il diritto di lavoro regolare; in un periodo dove questo governo, nemico delle donne e dei fanciulli, con politiche familistiche e patriarcali, vuole ricondurre le donne in casa, cancellare la loro cultura; dove si vuole togliere ai minori il diritto soggettivo e alle donne la loro autodeterminazione; dove ai padri è stato tolto il diritto del congedo parentale; in un periodo dove si vuole cancellare le unioni civili soprattutto tra persone dello stesso sesso; in cui il servizio sanitario, l’istruzione e altri servizi sociali, con il riconoscimento delle autonomie regionali, saranno privatizzati e non più garantiti a tutti i cittadini. Dove con il reddito e la pensione di cittadinanza, sussidio famigliare, si introduce il Workfare in sostituzione del Wellfare, e si modificano di fatto le caratteristiche soggettive degli individui, dove qualsiasi diritto sociale è legato all’accettazione di un piano familiare di inserimento nel mondo del lavoro. Dove la pensione con la cosiddetta quota cento sarà garantita solo a pochi. Dove la violenza sulle donne, se non perpetuata sistematicamente e continuatamente per un periodo di circa sei mesi, non è riconosciuta come tale e le sentenze vanno verso la legittimazione del delitto d’onore.
Diciamo massicciamente NO a questo arretramento che viola i diritti civili, la Convenzione sui diritti umani, quella di Instabul, e il diritto internazionale del fanciullo.
Stop alle proposte fondamentalisti e integraliste del gruppo parlamentare Vita, Famiglia e Libertà, di cui Pillon e Fontana ne sono i portavoce.