Conil, diario di un vicentino bloccato dal Coronavirus Andaluso: Maurizio Mascarin dal Paseo Maritimo racconta l’alto (i cieli) e il di fronte (l’Atlantico)

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Maurizio Mascarin legge Conil en la memoria
Maurizio Mascarin legge Conil en la memoria

Caro diario (prima versione) in questi giorni a Conil ho una sorta di idiosincrasia verso la scrittura, la lettura, il disegno o la pittura. Sostanzialmente, sono insofferente a tutte quelle azioni di vita quotidiana che mi hanno fatto compagnia in queste lunghe settimane di confinamento; il senso di frustrazione è tanto da far prevalere i pensieri sbagliati ( “qui si torna in Italia il giorno di MAI,) su quelli giusti (“sto in salute e le persone a cui voglio bene anche”). SIC.

Caro diario (seconda versione) in questi ultimi giorni ti ho trascurato. Anzi, ti ho abbandonato dentro un file, dentro una cartella, dentro un documento che, per la sindrome del recluso, avevo distrattamente gettato nel cestino (del tablet).

Ma ora, ecco, ti ho ri-preso, ri-trovato. Bene. Facciamo un bel salva con nome “settima ma settimana di quarantena”, e riprendiamo in mano il nostro dialogo.

Riavvolgiamo la sequenza

Mercoledì 29 aprile, 46mo giorno di quarantena. Dovrei essere felice, raggiante. Ma certo che lo sono. Le ultime inaspettate notizie sono a dir poco incoraggianti. Ieri (28 aprile), nel 45° giorno di quarantena, il premier Sanchez ha dato il via ad un prudente piano di desescalada. Che non è la fine del confinamento, ma un allentamento delle rigide misure costrittive adottate fin qui. Dove sta la novità? Nel fatto che da lunedì 4 maggio si potrà finalmente uscire di casa tutti i giorni per una passeggiata “di 1 ora dentro il raggio di un chilometro”. Vi pare poco?

Ma le buone notizie raddoppiano. Qui a Conil, come nella vicina Barbate (non così a Cadice e in altre località della costa de la Luz), per gli abitanti ( e i forestieri come me) c’è anche un super premio: si potrà finalmente passeggiare anche lungo la spiaggia di Los Bateles, quella che mi sta di fronte e che ho scrutato per settimane dal mio poggiolino vista oceano.

E poiché il confinamento mi ha fatto diventare un tantino diffidente, proprio stamattina (mercoledì 29, ndr) ho avuto conferma che in spiaggia si potrà ritornare presto. Quella bandiera rossa di divieto, innalzata in spiaggia il giorno 15 marzo, nottetempo è stata ammainata dalla Guardia civil. Morale: l’off-limits (vietato) non c’è più, va in archivio. E se la spiaggia è Liberata anch’io sarò più libero. Mancano solo pochi giorni all’alba del 4 maggio. Non sarà un giorno qualunque.

Racconto di Maurizio Mascarin

Camera con vista, in alto e di fronte: una storia a domicilio

IN ALTO.

Tramonto sul mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin
Tramonto sul mare spagnolo, foto di Maurizio Mascarin

Li ho visti tutti i cieli andalusi di Conil de la Frontera. Li ho visti celesti e celestiali, candidi solo come appaiono nelle cartoline truccate col fotoshop; poi li ho visti costellati da quelle nuvolette passeggere, ironiche, bianche e impalpabili, che sanno giocare a nascondino con i raggi del sole come se fossero nella loro dimensione più ludica; poi, ancora, questi cieli di Conil li ho visti addensati da quelle robuste e gonfie nuvole grigie che, sostenute dal rapido vento di Levante, avvisano (gli umani) che sicuramente pioverà. Un temporale, un aguacero/acquazzone e poi via.

In queste 7 settimane di quedate en casa/ quarantena, li ho visti tutti quei cieli andalusi. Cieli umorali, mai statici, sempre in frenetico movimento, sempre pronti a concedere nuove visioni

Ed io, come tutti del resto, confinato in casa. A guardare, da un poggiolino “salvavita” – che non dimenticherò mai di ringraziare,- ciò che sta Fuori. In Alto piuttosto che di Fronte o in Basso.

DI FRONTE.

Il pittore e giornalista vicentino a Conil de la Frontera di fronte al mare, foto di Maurizio Mascarin
Il pittore e giornalista vicentino a Conil de la Frontera di fronte al mare, foto di Maurizio Mascarin

Li ho visti tutti i movimenti dell’(oceano) Atlantico. Poche volte l’ho visto quieto, arrendevole. Come se fosse nella sua indole, nel suo carattere, mostrare quelle sue alte onde vigorose, che prima di svanire nello spazio del nulla Schiumano. E’ sempre una meraviglia guardare le onde dell’oceano che s’infrangono sugli scogli. Si alimentano lontano dalla costa, poi si arricciano in un vortice bianco, effervescente, che emette suoni tra loro sincronizzati. Prima un acuto, poi un Basso, poi uno Splash. Per me sono suoni ancestrali, remoti, millenari.

È più forte che altrove, l’Oceano che si infrange lungo la costa de la luz. Lo dicono i marinai, lo confermano i pescatori. Giusto crederci senza appello. E’ più Forte perché qui l’Atlantico è ancora giovane, ancora attaccato al grembo di Tarifa, il luogo dei due mari: di qua il Mediterraneo, di là il nostro Atlantico.

Quest’atlantico poderoso che mi godo a domicilio. Io l’ascolto, lui mi conforta.

Dal 15 marzo al 4 maggio, ben oltre le Mille ore vissute a domicilio. Anzi no, in soggiorno obbligato. Ore vissute guardando l’orizzonte, osservando tutto ciò che era possibile osservare a vista d’occhio. E dopo i cieli, e dopo l’oceano ecco il Paseo Maritimo, il lungomare di Conil che mi sta sotto casa. Un passeggio nato per essere accogliente: una panchina ogni 50 metri, un’elegante pianta di palma ogni 100, le passerelle in legno che conducono al mare e ai chiringhitos di spiaggia. Ma anche il Paseo si è scontrato con la storia di questi giorni. Anche lui, questo passeggio creato per accogliere e raccogliere, ha vissuto per settimane da confinato. Solo con se stesso, abbandonato persino dai gabbiani.

Caro Paseo Maritimo, quanto ti comprendo. Ma l’alba del nuovo giorno è più vicina anche per te.

Alla prossima puntata, qui tutte


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