Consiglio Comunale di Vicenza, Naclerio e Berengo contro la droga

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Cannabis, stretta del Governo. Cappelletti M5S

La legalità – scrive in una nota Nicolò Naclerio, Consigliere Comunale Lista Rucco – è un valore fondamentale nella nostra Giunta e quindi la proposta avanzata sul promuovere test antidroga a noi amministratori trova tutto il mio supporto.

Nessuna legalizzazione delle sostanze stupefacenti può essere utile. Gli stati che ci hanno provato hanno dovuto a più riprese correggere il tiro modificando le leggi in materia arrivando ad un controllo oneroso del mercato, che però rimane in mano a organizzazioni criminali.

Solo chi vuole compiacere agli instancabili lavoratori dei centri sociali, bravi a passare le giornate a fumare e a dormire, può ritenere utile una commissione consiliare su tematiche tanto al di sopra della competenza del Comune.

Quale risultato potrebbe portare, oltre a qualche ora di salotto a spese di tutti? La cannabis crea dipendenza e distrugge le cellule cerebrali. Così rendono i giovani schiavi e più facilmente controllabili. Una persona è veramente libera se si tiene lontana dalla schiavitù della droga.

A combattere la criminalità organizzata ci pensa la Questura, alla quale noi non abbiamo niente da insegnare. Pensare di togliere la droga al mercato illegale andandola a legalizzare è come combattere il crimine legalizzando ogni crimine. Follia!


In risposta alla proposta – scrive in una nota il Consigliere Comunale di FdI Andrea Berengo – del consigliere del PD Rolando, che propone di istituire una speciale commissione per discutere sul tema della droga, al fine di rendere legale l’utilizzo della cannabis, con lo scopo di creare un danno all’economia criminale, ritengo che il consigliere Rolando commetta due gravi errori.

Il primo, è quello di sottovalutare il fatto che, ogni droga produce danni psicofisici  ed un crescente desiderio all’uso continuo, per cui la quantità ingerita sarà sempre crescente.

Il secondo problema è quello che la legalizzazione delle droghe leggere avvantaggerebbe la criminalità organizzata, che riuscirebbe così a commercializzare il proprio prodotto, mascherandolo dietro ad attività legali gestite da prestanomi.

Regole più stringenti, certezza della pena e formazione culturale sono le uniche soluzioni adottabili.

Nel futuro dei nostri figli non deve esserci posto per droghe ed illegalità, da qualsiasi parte esse arrivino.