Il dibattito – scrive Giovanni Selmo, Consigliere comunale Da adesso in poi – sul senso della mozione “test antidroga ai consiglieri comunali”, presentata nei giorni scorsi da Fratelli di Italia, mi spinge a fare qualche considerazione. Come Da adesso in poi e come minoranze, infatti, abbiamo presentato già diverse mozioni, con lo spirito di chi vuole portare un contributo alla Città. Non è facile coinvolgere le nostre associazioni, trovare lo spazio, mediare con forze politiche diverse, ma questo è il lavoro nascosto dietro a una mozione. Per la minoranza può esserne discussa una soltanto per ogni consiglio comunale.
Qui sta il punto: le Commissioni e i Consigli comunali, a Vicenza, sono ormai un evento raro.
Finora tutte le proposte da noi presentate sono state accettate in un clima dialogante e positivo. Ci ha stupito però la decisione del Presidente Sorrentino di non permettere la presentazione degli ordini del giorno in Consiglio: nel suo intendimento da analizzare quasi al buio, senza avere un’idea di cosa si va a votare e senza possibilità di dialogo, confronto, semplice comprensione.
L’esiguo numero di sedute, il ridotto spazio per il confronto e il poco lavoro sono temi reali. Certo, le materie di competenza consiliare sono diminuite. Ma dall’insediamento della nuova Giunta, appena otto sono stati i consigli comunali, perlopiù convocati d’ufficio per tappe obbligate come il giuramento o il bilancio. Manca l’interesse ma soprattutto una Giunta che si ritrovi e produca delibere da discutere, analizzare e votare.
Lo spazio delle commissioni, dove si esprime il vero dibattito fra le parti, è assente. La terza commissione ha svolto un buon lavoro, le altre vengono convocate con il contagocce. La prima si è ritrovata solo per votare un nuovo presidente, senza aver mai lavorato né prima né dopo tale elezione. La sesta si è riunita una sola volta, su nostra iniziativa, la quarta in cinque occasioni.
Viene da chiedersi di cosa si occupino i consiglieri comunali. Se il nostro ruolo è pura rappresentanza e fotografie, tanto vale lasciare tutte le decisioni in mano ai nostri dirigenti, che sono molto preparati e sui quali abbiamo portato una riflessione qualche giorno fa.
Che contributo danno i gruppi consiliari alla città? Anche lo spazio delle domande di attualità e delle interrogazioni (una delle poche occasioni per “consigliare” l’Amministrazione – come indica il nostro nome) è continuamente svilito con “dibattiti” in famiglia fra esponenti di maggioranza, utili a far trascorrere il tempo senza nemmeno ribattere alla risposta dell’Assessore competente.
Sono “nuovo” nel mondo della politica, ma devo ancora abituarmi a certe situazioni. Tendenzialmente l’ultimo oggetto delle sedute consiliari è la mozione presentata dalle minoranze. Ricordo bene, al riguardo, quando ho presentato la mozione per i “Patti di collaborazione” (poi approvata all’unanimità). In aula era un continuo alzarsi, chiacchierare a voce alta, uscire, parlare al cellulare.
Una scena non nuova ma che mi delude ugualmente: quantomeno lo sforzo di ascoltare, viste le poche sedute, pare doveroso.