Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il disegno di legge sulle riforme costituzionali che introduce il premierato. Ovvero – spiega una nota di Palazzo Chigi – l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e la razionalizzazione del rapporto di fiducia.
Lo hanno spiegato al termine della riunione odierna del Consiglio dei Ministri, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Vice Presidente e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Tajani, il Vice Presidente e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, il Ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Alberti Casellati, il Ministro per le disabilità Locatelli, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze Leo, il Sottosegretario Mantovano.
“La riforma costituzionale – spiega la nota – ha l’obiettivo di rafforzare la stabilità dei Governi, consentendo l’attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell’indirizzo politico della Nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare”.
Il testo – è stato sintetizzato – opera su cinque versanti:
- introduce un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare;
- fissa in cinque anni la durata dell’incarico del Presidente del Consiglio, favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico;
- garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere;
- affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità;
- supera la categoria dei senatori a vita di nomina del Presidente della Repubblica, precisando che i senatori a vita già nominati restano comunque in carica.
“Il testo – spiega il Governo – si ispira a un criterio minimale di modifica della Costituzione vigente, in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale”.
E’ una “riforma costituzionale, quella del premierato, che introduce l’elezione diretta del presidente del consiglio e garantisce due obiettivi che dall’inizio ci siamo impegnati a realizzare: il diritto cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine a ribaltoni, giochi di palazzo e governi tecnici” o “passati sulla testa dei cittadini”, ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa. L’altro obiettivo è “garantire che governi chi è stato scelto dal popolo” con “stabilità”.
Premierato in Italia. Luca Zaia: “Rispetto della volontà dei cittadini
“Un bel segnale di rispetto del programma di Governo ma, soprattutto, di rispetto dei cittadini e della loro volontà. Finalmente con un progetto come questo si aprono le porte a una modifica della Costituzione che rappresenta la volontà di fare diventare i cittadini i veri attori protagonisti”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, esprime soddisfazione per l’approvazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge sulle riforme nel segno del premierato.
“Come diceva Rousseau nel Contratto Sociale: il popolo delega a rappresentarlo e quando non si sente più rappresentato ritira la delega – aggiunge il Governatore del Veneto -. La Politica e le Istituzioni si mettono a disposizione e al servizio dei cittadini; è giusto, quindi, che accettino anche di essere da loro giudicati. Ben venga, allora l’elezione diretta, abbiamo già modelli che funzionano che sono quelli del Sindaco e del Presidente della Regione”, ha concluso Zaia.