La commissione Sanità del Consiglio veneto ha espresso parere favorevole al bilancio 2020 di Azienda Zero, relativo alla gestione della quota accentrata del fondo sanitario. I rappresentanti delle opposizioni si sono astenuti. Il bilancio di Azienda Zero dell’ultimo anno appare chiaramente segnato dall’impatto dell’emergenza pandemica, che nel sistema sanitario veneto ha fatto lievitare i costi per acquisto beni, personale e servizi e scendere i ricavi da prestazioni sanitarie e ticket. Il 2020 si è chiuso per il sistema sanitario veneto con un risultato d’esercizio di meno 298 mln rispetto all’anno precedente, compensati però dal risultato positivo di Azienda Zero, che ha pressoché triplicato (+ 158%) il valore della propria produzione. L’esercizio dell’azienda regionale (che conta 223 dipendenti) si è chiuso infatti con un attivo di 359 milioni su un volume complessivo di produzione che ha sfiorato il miliardo e mezzo di euro (1.436 milioni). In particolare Azienda Zero ha implementato in modo esponenziale l’acquisto di beni e servizi per fronteggiare il Covid; e grazie ai maggiori finanziamenti statali, alla buona gestione delle scorte e degli accantonamenti e ai risparmi ottenuti dalla centralizzazione degli acquisti e di alcuni servizi, ha garantito l’equilibrio finanziario del sistema sanitario regionale.
Nel corso del 2020 Azienda Zero – ha spiegato il suo direttore – ha bandito 33 gare d’acquisto per un valore complessivo di 5 miliardi di euro (di cui circa un terzo per approvvigionare le Ulss di risorse e dispositivi per contrastare il Covid), ha indetto 119 concorsi per l’assunzione di personale sanitario, di cui 71 conclusi (con un incremento del 45 per cento rispetto al 2019), e ha proceduto ad acquisti straordinari di beni e servizi per oltre 700 mln di euro, volume quasi triplicato rispetto ai 238 milioni impegnati nell’anno precedente. A contribuire a far lievitare la voce ‘acquisti’ è stato anche l’avvio dell’acquisto centralizzato per 158 milioni di euro di farmaci in distribuzione per conto delle Ulss alle farmacie territoriali convenzionate: la distribuzione per conto consente di abbattere del 50 per cento la spesa per i farmaci.
La centralizzazione di acquisti, concorsi, assicurazioni, procedure di autorizzazione e di accreditamento, donazioni per l’emergenza Covid, mobilità sanitaria e servizi tecnici ha consentito di realizzare risparmi nella gestione del servizio sanitario regionale per 336,2 milioni di euro.
La commissione ha dato inoltre avvio al percorso istruttorio della proposta di legge per garantire l’assistenza primaria ai cittadini italiani senza fissa dimora. Il progetto di legge, presentato dall’opposizione sulla scorta della legge regionale già varata dall’Emilia Romagna, impegna le Ulss a iscrivere negli elenchi degli assistiti anche gli italiani senza tetto, in modo che possano accedere all’assistenza dei medici di medicina generale, primo presidio della sanità territoriale. In apertura di seduta i consiglieri hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di Alessandra Zorzin vittima di femminicidio a soli 21 anni, in concomitanza con le esequie funebri che si sono celebrate a Montecchio Maggiore.