Consiglio Regionale Veneto, via libera alla variazione di bilancio 2024-26. Pd Contrario: “Nessun confronto sulla destinazione delle risorse”.

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Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato con 33 voti favorevoli e 7 contrari il progetto di legge n. 252, di iniziativa della Giunta, che dispone la variazione al bilancio di previsione 2024-2026 della Regione. In estrema sintesi, come è stato ricordato anche nel corso del dibattito d’Aula nel ripercorrere l’iter istruttorio della proposta legislativa, incardinata nella Prima commissione consiliare e che ha ricevuto dalle commissioni Terza e Sesta i pareri di competenza, nonché l’espressione favorevole del Consiglio delle Autonomie Locali, la variazione di bilancio realizza nel 2024 una manovra compensativa, pari a 14,15 milioni di euro, volta a superare alcune criticità di utilizzo delle risorse del Fondo nazionale per lo sviluppo e la coesione (FSC) 2021-2027 non ancora ratificate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), in parte destinate al cofinanziamento e all’avvio della programmazione europea; alla ratifica da parte del Cipess degli stanziamenti previsti, è previsto il ripristino delle anticipazioni disposte con la variazione di bilancio in questione.

Contro l’approvazione della variazione di bilancio in consiglio regionale si è espresso il Pd, la cui capogruppo, Vanessa Camani, così si esprime: “Il nostro voto di contrarietà a questa variazione di bilancio non dipende dal periodo elettorale, ma ha una radice ben più profonda. E sta nell’anomalia di un presidente di Regione che dopo aver sbandierato a novembre l’accordo con la Premier Meloni per i finanziamenti del Fondo sviluppo e coesione destinato al Veneto, non si è degnato di presentarsi in aula per confrontarsi sui contenuti e sui progetti da realizzare. Una latitanza che perdura da sempre, che non si registra in altre Regioni e che non possiamo accettare”.

Dura la sua critica al “gigantesco ritardo con il quale è stata approvata la delibera Cipess. Un via libera arrivato solo ora e che comunque imporrà altri mesi di attesa, prima di tradursi in trasferimento reale di queste risorse. Un problema istituzionale che questa Giunta avrebbe dovuto denunciare e che invece, per ragioni queste sì politiche, non ha fatto”.

Anche sulle risorse che verranno trasferite, secondo Camani si tratta di un teatrino volutamente fuorviante che va avanti da mesi: “Non sono soldi nuovi e freschi che arrivano in Veneto, ma facenti parte della quota che, su gli oltre 32 miliardi del fondo nazionale, già era stata destinata al Veneto. Parliamo di circa 600 milioni: eppure, altro dato grave, Zaia e la sua Giunta non hanno saputo fornire alcuna indicazione chiara sulla destinazione e sui progetti di coesione sociale e sviluppo territoriale da realizzare. Non basta dire che i rating e le performance del Veneto sono alti: il problema che ancora una volta si è evidenziato è che il Veneto non è in grado di rispondere in modo incisivo ai bisogni materiali delle persone, a partire dai servizi di assistenza, sanitari e dalle necessità abitative. Serve un cambiamento radicale delle politiche di questa Regione”.