Consorzio Nevi, incarichi e indennità: Corte dei Conti condanna l’ex Cda a pagare 237.100 euro

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Consorzio Nevi

Il Consorzio di Polizia locale Nordest Vicentino (Nevi) è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare 237.100 euro per incarichi e indennità non dovuti ai dipendenti nel 2018 e 2019. Accolte le richieste della procura regionale.

L’aggiornamento sulla vicenda è stato fornito nell’edizione odierna da Il Corriere del Veneto che riporta i nomi dei soggetti chiamati a pagare: Giovanni Battista Casarotto (all’epoca dei fatti sindaco di Thiene), Claudio Benincà (che è stato assessore a Monticello Conte Otto), Maria Teresa Sperotto (attuale primo cittadino di Fara Vicentino), nel loro ruolo di presidente e componenti dell’ex consiglio di amministrazione del consorzio Nevi.

E ancora, Giovanni Scarpellini e Giorgio Pattanaro, dirigenti dello stesso consorzio, e Maria Cristina Spollaore, segretaria del consorzio. Scagionati da ogni accusa e assolti Susanna Gioppo, una dei componenti del consiglio di amministrazione, e Franco Saccardo, revisore del consorzio.

Scrive Rebecca Luisetto: “Nello specifico la presidente della Corte, Marta Tonolo, ha riconosciuto la colpevolezza dell’ex Cda nell’aver attribuito al comandante Scarpellini un incarico che non corrispondeva al suo trattamento economico, come anche per due altri agenti del consorzio Nordest Vicentino. In particolare il comandante, che ha ricoperto tale ruolo a Thiene dal 2006, è sempre stato inquadrato come «funzionario» pur avendo il ruolo e lo stipendio da dirigente, nella sostanza riceveva un trattamento economico di maggiore beneficio rispetto a quello avrebbe dovuto ricevere «sulla carta», ossia dalla sua posizione contrattuale. «Non mi aspettavo proprio una sentenza di condanna – ha detto lo stesso Scarpellini – sicuramente ci sarà uno scambio di opinioni con gli altri imputati ma di certo faremo appello a questa sentenza».

Lo stesso meccanismo di accusa è valso per altri due agenti, un vicecomandante e un capoarea: avrebbero avuto uno stipendio superiore rispetto alla posizione giustificata dai loro contratti, che sarebbe stata di grado inferiore rispetto ai compiti e ai ruoli da loro ricoperti. Di conseguenza sono stati registrati dei movimenti di denaro «illegittimi» all’interno del consorzio perché non corrispondevano a quello che era l’effettivo fondo di produttività collettiva, ossia le risorse economiche messe in campo per pagare il personale dipendente.

Nello specifico, per quel che riguarda il pagamento non dovuto secondo contratto al comandante Scarpellini sono stati condannati Casarotto, Benincà, Spollaore e Pattanaro che dovranno pagare, in percentuali diverse, 175.693 euro totali. Mentre per quel che riguarda l’indebito pagamento del vicecomandante e del capoarea sono stati condannati Casarotto, Benincà, Sperotto, Scarpellini e Pattanaro per la cifra complessiva di 61.500 euro, anche qui in percentuali diverse”.

Fonte: Il Corriere del Veneto