In commissione alla Camera si è affrontato il tema sollevato da Chiara Braga (Pd) sulla compatibilità del progetto relativo al parco logistico di Casale sul Sile in Veneto con le norme nazionali sul dissesto idrogeologico e con quelle regionali sul contrasto al consumo di suolo. Ed è arrivata una risposta ad un’interrogazione dal Ministero dell’Ambiente che ha toccato anche il tema del consumo di suolo in Veneto.
Nella risposta si evidenzia che, secondo dati Ispra (rapporto ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2020’), nell’ultimo anno il consumo netto di suolo in Veneto è stato di 785 ettari, confermando la regione al primo posto a livello nazionale, anche se il valore assoluto si è ridotto dell’8% rispetto a quello dell’anno scorso. Viene precisato a tal prosito che “la maggior parte del suolo consumato, 441 ettari, è dovuto a nuovi cantieri ancora in corso (in buona parte infrastrutture), 198 ettari a edifici, 73 ettari ad altre aree impermeabili non edificate (parcheggi, piazzali ecc.), 62 ettari a strade e 7 ettari agli aeroporti”.
Sulle questioni della compatibilità idrogeologica di interventi urbanistici, il Ministero fa presente “innanzitutto che la pianificazione di bacino per l’assetto idrogeologico vigente, attraverso le norme tecniche di attuazione, regola l’uso del territorio nelle aree a pericolosità o rischio idrogeologico individuate in funzione del grado di pericolosità o di rischio. Per quanto riguarda la limitazione di consumo di suolo nelle aree a pericolosità da alluvioni”, il decreto legge 111/2019 prevede che “a decorrere dal 1° gennaio 2020, nelle aree interessate da pericolosità o da rischio idraulico di grado elevato o molto elevato, come definite dalle norme tecniche di attuazione dei relativi Piani di bacino, non sono consentiti incrementi delle attuali quote di impermeabilizzazione del suolo“.
Clicca qui se apprezzi e vuoi supportare il network VicenzaPiù