“Nella giornata di ieri Ispra ha presentato il proprio rapporto annuale sul consumo di suolo in Italia: il quadro che ne esce è piuttosto sconfortante, anche perché il Veneto si conferma prima regione in Italia per ettari consumati nel 2018.”
Questo il pensiero della portavoce alla Camera dei Deputati Silvia Benedetti, che continua: “Le tragedie che spesso si verificano in Italia non impediscono di edificare anche nelle aree protette, in quelle vincolate, a pericolosità idraulica e in quelle a pericolosità da frana e sismica. In Veneto nel 2018 si sono consumati 923 ettari di suolo, con il primato di Nogarole Rocca che da solo ha sfiorato i 45 ettari e che probabilmente vorrà diventare città metropolitana. Nel 2017 il governatore Zaia si espresse con toni entusiastici sulla legge regionale per il consumo di suolo zero nel 2050: peccato ci sia poco da gioire, vista la situazione del Veneto nel 2050 non vi sarà più suolo da consumare. Il consigliere Francesco Calzavara, che si vanta dei “quasi ottomila metri quadrati liberati al suolo, per 25mila metri cubi di costruzioni demolite”, ovvero meno di un ettaro spalmato su nove comuni, si rende conto che il confronto tra suolo liberato e quello consumato è imbarazzante? Occorre comprendere che non deve essere consumato nuovo suolo perché gli ecosistemi distrutti non si possono ripristinare. E’ una questione più complessa della sola impermeabilizzazione del terreno, come qualcuno intende far credere”.
“Ho apprezzato le parole del Ministro Costa riguardo la necessità di una legge nazionale in materia, specialmente perché dovrebbe raccordare le varie normative regionali: spesso, attraverso obbiettivi e terminologie diverse fra loro esse permettono di consumare ancora suolo”, termina Benedetti.
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