Consumo, Il Sole 24 Ore fotografa le abitudini della Gen Z: “Traina l’acquisto da smartphone”

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Un’analisi sulle abitudini di consumo e di acquisto da parte dei giovani della Generazione Z è pubblicata oggi su Il Sole 24 Ore. Il quotidiano economico si è basato sull’ultimo report di NetRetail, l’osservatorio di Netcomm che dal 2014 indaga l’evoluzione del commercio digitale in Italia.

La Generazione Z è la generazione delle persone nate tra i medio-tardi anni novanta del XX secolo e i primi anni duemiladieci, e i cui membri sono generalmente figli della Generazione X e degli ultimi baby boomer.

La fotografia scattata loro in base alla propensione all’acquisto e al conusmo è questa: “Investono i loro risparmi in abiti e accessori di seconda mano o nei biglietti dei concerti dei loro artisti preferiti. Ai negozi fisici preferiscono i marketplace online. E al contante la praticità di applicazioni di pagamento comode e facilmente accessibili dal cellulare“.

E ancora: “Il 66,5% degli under 25 compra online tramite smartphone, seguono i 25-34enni con il 59,6% e i 35-44enni con il 52%. Si predilige l’uso delle app (87,6%) rispetto al web (30,4%), complici anche strumenti come Satispay, il sistema di mobile payment alternativo e indipendente dai circuiti tradizionali delle carte di credito e debito che in Italia conta più di 700mila utenti Gen Z (pari al 16% del totale degli iscritti) e che nel 72% dei casi viene usato dai 18-26enni per pagamenti in negozi fisici e virtuali, per il restante 28% per inviare denaro ai propri contatti”.

Dal report emerge che la Generazione Z propende per il buy now pay later, sorta di finanziamento a breve termine con pagamento a rate, soprattutto nel settore dell’acquisto di biglietti per assistere a eventi dello spettacolo.

Insomma, una fotografia che mostra una certa attenzione di questi giovani alle proprie finanze e che orienta al consumo a prodotti di valore. “La necessità di fare economia e tenersi al passo con le tendenze senza svuotare il portafoglio – si legge su Il Sole – si ritrova anche nella scelta dei più giovani di dirottare lo shopping su portali come Vinted (che, stando ai dati forniti dall’azienda, sembra far presa soprattutto sul pubblico femminile d’età compresa tra 20 e 45 anni). Proponendo un ricco repertorio di capi di seconda mano, app e siti web di questo tipo hanno determinato il successo che, negli ultimi anni, ha coinvolto il second-hand. Esportandolo, anche grazie alla digitalizzazione, dalle botteghe tradizionali agli store online e catturando l’interesse di target anagrafici diversi”.

Fonte: Il Sole 24 Ore