La Consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda, interviene in una nota sul ritrovamento di contaminazione da derivati da Pfas di seconda generazione nelle acque in prossimità del cantiere della Superstrada pedemontana a ridosso della Priabonese: “Da quanto sta emergendo, la situazione è ritenuta preoccupante dagli stessi tecnici Arpav. I quali ascrivono la fonte di contaminazione ai lavori di realizzazione del tunnel per la Pedemontana tra Malo e Castelgomberto, chiamando in ballo il concessionario SIS. Mentre però la Provincia di Vicenza si è già mossa nei confronti della ditta in questione, La Regione cosa intende fare? Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale affinché la Regione indichi chiaramente quali azioni intenda intraprendere nei confronti di SIS e non ritenga necessario monitorare lo stato di contaminazione DELLE ACQUE anche negli altri cantieri, in particolare nell’altro lato della galleria in zona di Malo, nelle bocche della Vallugana e di San Tomio. Non scordiamo inoltre che la zona interessata dalla contaminazione si trova nell’area SIC della Posola, zona di pregio ambientale censita dalla Unione Europea e che alcuni abitanti parlano di una strana moria di pesci e ratti immersi nelle acque della zona coinvolta nei controlli. Si apprende che le concentrazioni di Pfba riscontrate nelle acque di drenaggio della zona in questione supererebbero i 13mila nanogrammi per litro, una quantità devastante! Perché attendere? Poiché sembrerebbe che la causa di questa concentrazione possa essere un prodotto specifico utilizzato da SIS nei cantieri per la SPV, è necessario che la Regione richieda a SIS l’elenco dei cantieri dell’intera Pedemontana nei quali è stato utilizzato questo prodotto causa di sversamento di Pfas di nuova generazione. Ricordiamo che la Pedemontana è un’opera seminterrata, a breve distanza dalle falde acquifere del Veneto e che rischia di contaminare tutta la tratta, da Spresiano fino a Montecchio Maggiore.”
Premesso che:
– sulla scorta di controlli effettuati da Arpav nel febbraio 2021 a monte dello scarico della Miteni sul torrente Poscola risulterebbe la presenza anomala in alte concentrazioni di PFBA, molecola a catena corta che sostituisce il PFOA;
-in effetti, successivi approfondimenti hanno condotto all’individuazione della fonte di pressione negli scarichi della S.I.S S.c.p.a in un fossato che immette nel predetto corso d’acqua;
Precisato che
– da analisi successive è stata riscontrata l’elevata concentrazione di PFBA agli scarichi della S.I.S S.c.p.a, ben oltre i limiti definiti dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (oggi Ministero della Transizione Ecologica);
Considerato che:
– la contaminazione riscontrata nel tratto delle acque del Poscola, a monte del sito della ditta Ex-Miteni, rientra nella zona SIC IT 3220039 “Biotopo le Poscole”, sito di pregio ambientale, già di fatto deturpato dalle voragini causate dai lavori sotterranei della Pedemontana Veneta;
Appreso che:
– la Provincia di Vicenza risulta essersi già attivata per gli adempimenti di legge nei confronti della ditta S.I.S. S.c.p.a;
Considerato che:
– in un articolo di cronaca del 27/07/2021 si legge che “Nella scarna scheda di sicurezza fornita dalla società l’accelerante non viene catalogato come pericoloso per l’ambiente. Tuttavia nelle raccomandazioni in tema di utilizzo è vivamente consigliato di impedire «la penetrazione» del prodotto «nel suolo» e nel «sottosuolo» come è consigliato di «impedire il deflusso nelle acque superficiali o nella rete fognaria».”: da ciò si deduce che, almeno in un’ottica di cautela e precauzione, è necessario attivare un urgente intervento di verifica ai fini dell’adozione conseguenti provvedimenti del caso, quanto anche per scongiurare che la contaminazione in corso abbia conseguenze ulteriori in un’area fino ad oggi esente da inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche la cui presenza, del resto, ha già deteriorato estese porzioni del territorio;
Tutto ciò sopra premesso, la Consigliera regionale Guarda ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale con deleghe ai Lavori pubblici e Infrastrutture e l’Assessore regionale con delega all’Ambiente per sapere:
“1) quali sono i prodotti contenenti PFAS, in particolar modo PFBA, e dove gli stessi sono stati utilizzati, durante le lavorazioni degli scavi della galleria di Malo-Castelgomberto e negli altri tratti della Pedemontana Veneta? 2) Se sussistono rischi di contaminazione delle acque superficiali e in falda anche nel versante di Malo, all’uscita della galleria presso la località San Tomio e quella di Vallugana e se, a tal fine, ne sono state effettuate analisi? 3) Quali sono le azioni contrattuali e non, anche di natura cautelare, che la Regione del Veneto intende intraprendere verso SIS nel caso in cui fosse accertato da parte di questa ultima un utilizzo di prodotti in maniera non conforme alle raccomandazioni afferenti?”.