L’on. Silvia Covolo (Lega), dopo “Conte 2, Zanettin è 1° parlamentare veneto a commentarlo: col Governo più a sinistra nella storia addio autonomia“, è l’altra parlamentare a rispondere alle nostre domande sul nuovo esecutivo che erano essenzialmente due così formulate: “quale è la sua prima impressione sul nuovo Governo“, cosa dobbiamo attenderci per il Veneto e per lo nostre imprese? e, ovviamente, “cosa farà ora il suo partito in Parlamento?“
Silvia Covolo, con l’avv. Zanettin uno dei due unici membri vicentini della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che non essendo chiusa la legislatura non verrà cancellata e partirà a breve, già sindaco di Breganze oltre ad essere avvocato civilista e con una Laurea magistrale in economia e legislazione d’impresa, non di limita a rispondere, cumulativamente, alle nostre domande ma allarga il discorso alle motivazioni della crisi.
Ecco l’intervento della parlamentare Covolo.
Gentile Direttore,
penso che Salvini avesse da tempo compreso il cambio di rotta in senso filo-europeista dei 5 stelle, già reso palese con il voto a sostegno di Ursula Von der Leyen.
Credo inoltre che il vicepremier leghista fosse ben conscio dell’impossibilità di portare avanti alcuni punti fondamentali del contratto di governo, come l’autonomia e le grandi opere, con la controparte contrattuale.
Di qui, l’indifferibilità della scelta di depositare la mozione di sfiducia nei confronti di Conte, ovvero del fautore della svolta pro-Europa dei pentastellati e di colui che si è sempre dimostrato molto sensibile alle loro istanze.
Il Governo, che ha giurato oggi, è la prova evidente di ciò che temevamo, ovvero della volontà dei nostri ex alleati di perseguire politiche che si pongono in contraddizione con le nostre idee di Italia e di Europa.
Basti guardare alla distribuzione delle deleghe. Francesco Boccia, attuale Ministro agli Affari Regionali, si è sempre dichiarato contrario all’autonomia differenziata voluta dai Veneti e dai Lombardi, arrivando persino a sostenere in alcune interviste che il Nord sarebbe privilegiato rispetto al Centro-Sud in termini di trasferimenti di risorse e di investimenti.
Di certo non era pensabile, fino a qualche settimana fa, una possibile alleanza tra 5 stelle e PD, considerata la loro (apparente) distanza ideologica e considerati i frequenti scontri, anche verbali, tra esponenti del Movimento e del Partito Democratico, in aula, nelle commissioni, nei confronti pubblici e televisivi.
Ho ben presenti i battibecchi tra Fico e Fiano durante le sedute in parlamento.
Ho ben presenti gli insulti che volavano tra i due schieramenti contrapposti, ora uniti solo dalla volontà di conservare il potere, dalla volontà di contrastare Matteo Salvini e dalla volontà di procrastinare il più possibile la data delle elezioni, trattandosi di un un momento storico in cui il centro-destra potrebbe riscuotere molto più successo, in termini di consensi.
Mi stupisco che il Movimento 5 Stelle arrivi a mettere in discussione argomenti già affrontati dal Governo giallo-verde, fino a preannunciare possibili revoche del Decreto Salvini e del decreto Sicurezza bis, già votati favorevolmente dai suoi esponenti.
Sono seriamente preoccupata per l’insediamento di questa nuova compagine governativa, pur riconoscendo che il Capo dello Stato ha sempliceente rispettato la Costituzione, verificando l’esistenza di possibili maggioranze parlamentari alternative, prima di indire nuove elezioni.
La legislatura dura cinque anni, e il Governo non è eletto dal popolo ma è espressione delle forze politiche elette dai cittadini.
Ed in proposito, il risultato elettorale del mese di marzo 2018 è cristallizzato e non soggetto a mutamenti, nonostante le elezioni europee ed amministrative 2019 abbiano delineato un nuovo quadro politico in Italia.
Non ci resta che condurre una seria opposizione, continuando a mantenere il contatto costante con il nostro territorio, per contrastare le future scelte del Governo giallo-rosso o meglio rosso-giallo. Il coinvolgimento della nostra base elettorale, convinta che la scelta di Salvini fosse l’unica possibile, rimarrà fondamentale.
Silvia Covolo