Ultimo dei big, almeno per ora, a comparire all'inizio della campagna elettorale per le Politiche del 25 settembre sulla scena vicentina, dopo Renzi e Letta, è il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.
L’ex premier apre in Veneto la campagna elettorale per le politiche del 25 settembre con una giornata "spartita" fra rodigino e trevigiano, dove visita (e non è un caso) imprese che producono energia da fonti rinnovabili, e conclusa in serata con la presenza a Fornaci Rosse, l'ormai storico festival della sinistra berica, per una intervista condotta dal giornalista di Repubblica Matteo Pucciarelli.
All’appuntamento non ti aspetti due cose: un Conte sempre più in maniche di camicia e una folla di fans letteralmente in delirio. Non è, ovviamente, il pubblico abituale di Fornaci Rosse, che ha preferenze politiche ben diverse dai pentastellati, ma è, invece, gente venuta apposta per lui.
E che l’avvocato pugliese riscuota personalmente il gradimento di molti elettori è confermato non solo dal numero dei presenti (un migliaio, con addirittura un pullman arrivato apposta da Trento) ma anche dal tipo di approccio che hanno con il leader. Tutti vogliono avvicinarlo, toccarlo, fare un selfie, dirgli una parola, qualcuno gli mette addirittura in braccio il bambino.
Cose viste per Bossi a Pontida, ma francamente inattese nel Veneto e a Vicenza, territori in cui i grillini non hanno mai sfondato: hanno preso il 2,69% alle Regionali del 2020 e nemmeno hanno partecipato alle Comunali del 2018.
E nemmeno c’è speranza di ribaltare le percentuali nelle prossime politiche, a dispetto di sondaggi che danno il Movimento in doppia cifra e in crescita. Ma non qui in Veneto e, almeno, non ora.
Ciò non ostante l’entrata di Conte è trionfale, avvolto dal codazzo dei suoi sostenitori, che la scorta (rinforzata dagli uomini della Questura) e il servizio d’ordine dei volontari di Fornaci fanno fatica a separare dal soggetto (oggetto?) dei desideri. Si crea una inevitabile bagarre, peggiorata dall’improvvisato punto stampa nel chiosco delle birre.
Anche i ragazzi di Fornaci Rosse accolgono l’illustre ospite con palese entusiasmo. E pure questo non te l’aspetti, sapendo dove li porta o dovrebbe portarli il cuore. La tradizionale (e lodevole) apertura degli organizzatori verso voci di altri orientamenti politici, nell’occasione sembra assumere una empatia che va ben oltre.
“Non è casuale – li gratifica l’ex primo ministro – la mia scelta di essere qui. Ho sentito parlare di questo festival che è arrivato alla nona edizione ed è organizzato da giovani che si stanno impegnando, giovani che non si accontentano degli slogan.”
Il tema di apertura è, inevitabilmente anche per Giuseppe Conte, la crisi energetica. “Noi abbiamo detto da tempo che ci sono due linee d’intervento, l’intervento europeo dove non c’è stata assoluta chiarezza di risposta. Ecco perché noi non ci siamo mai accontentati di un rinvio a ottobre della soluzione, che andava approntata subito. Lo dicevamo da febbraio: piano di acquisti di gas comuni, piani di stoccaggio comuni e un calmieratore a livello europeo. Poi c’è l’intervento interno, rivolto ai nuovi impianti. Il Governo dei Migliori ha scritto una norma che non ha avuto poi di fatto applicazione e che va rivista e riformulata. È stato raccolto un miliardo dei nove previsti (si riferisce alla tassazione legalmente "contestata", e non pagata, degli extra profitti, ndr) e noi dobbiamo assolutamente raccogliere adesso quelle risorse. E poi dobbiamo azzerare l’IVA sui beni di prima necessità come i generi alimentari e stiamo valutando anche uno spostamento di bilancio ragionevole e ragionato in un percorso credibile.”
Il Reddito di cittadinanza è la buccia di banana per il movimento in Veneto, dove questa riforma non è mai stata apprezzata. “Nessuno vuole fare assistenzialismo a buon mercato, però, attenzione, non colpevolizziamo chi si trova anche temporaneamente in momenti di difficoltà e non riesce ad avere di che sopravvivere e che mangiare, non dico a fine mese ma addirittura a metà mese. Può capitare a tutti. L’Istat ha certificato che, durante l’emergenza, abbiamo salvato dalla povertà un milione di cittadini italiani. È chiaro che, per due terzi, non stiamo parlando di persone occupate, stiamo parlando di minori, di pensionati, di persone con disabilità. Per quanto riguarda quel terzo di occupabili, abbiamo ereditato un sistema di politiche attive che in Italia non funziona non solo da adesso ma da decenni. Bisogna lavorare tutti insieme e consapevolmente per collegare l’Agenzia Nazionale ANPAL e i Centri per l’impiego, che sono regionali. Occorre la collaborazione di tutte le Regioni, anche di quelle quattordici che sono in mano al Centrodestra, che non devono ostacolare il potenziamento dei Centri per l’impiego, e anche delle agenzie private. Questa riforma va migliorata ma ricordo che la crescita dei Centri, fino ad avere oggi centodiecimila impiegati, ha richiesto dieci anni e investimenti di decine di miliardi. Non sono riforme che si fanno dall’oggi al domani, ma nessuno vuole mettere in condizioni le persone di stare sul divano, come sostiene una campagna diffamatoria delle forze del Centrodestra.”
Conte rivendica la lotta alle diseguaglianze fatta nei suoi due premierati. “Durante i miei governi l’obbligo politico è sempre stato combattere le diseguaglianze e non solo quelle patrimoniali, ma anche quelle di genere o territoriali. O quelle generazionali: oggi la fascia dei giovani è più povera di quella dei genitori. Il precariato è la forma normale di lavoro per i giovani, che restano senza un trattamento previdenziale finché non ne hanno uno stabile. Il problema non si risolve con l’erogazione di una sovvenzione una tantum. Nel nostro programma c’è la creazione di una patrimoniale per dare soldi ai diciottenni e un fondo di garanzia per quelli che non hanno raggiunto un cumulo previdenziale sufficiente. Abbiamo anche un progetto di legge che vieta i tirocini gratuiti, basta con lo sfruttamento della mano d’opera giovanile.”
La proposta del Movimento 5 Stelle è di estendere la tassazione degli extra profitti. “Bisogna pensare agli extra profitti generati non solo dalla produzione di energia ma anche nel settore farmaceutico. E anche in quello assicurativo: durante il lockdown le auto erano ferme ma è stata pagata lo stesso l’assicurazione. Non vogliamo togliere soldi alle aziende ma intervenire sulle speculazioni.”
Sull’autonomia Conte è disponibile ma a certe condizioni. “Abbiamo fatto di tutto per far andare avanti la richiesta del Veneto ed eravamo riusciti ad arrivare a un buon avanzamento. Poi al Papeete Salvini ha decretato la morte del governo e ci si è fermati lì. Ora noi siamo disponibili ad ascoltare le istanze autonomistiche, ma a condizione di preservare la coesione sociale e nazionale. È impensabile accrescere ulteriormente il divario fra Nord e Sud.”
Il segretario del PD Letta ha detto ieri a Vicenza che le prossime elezioni si riducono a una sfida fra Centrodestra e Centrosinistra. E i 5stelle? “Noi siamo la parte giusta, quella che difenderà fino all’ultimo giorno della legislatura i cittadini.”
Nessuno lo ha sollecitato sul problema dei risparmiatori azzerati delle banche venete e Conte, che comunque poco ha detto sui temi veneti, autonomia a parte, non ne ha parlato…
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