Il presidente del consiglio Giuseppe Conte sta riferendo alla Camera in questo momento sull’emergenza Covid, annunciando “1789 ventilatori, 10841 posti in terapia intensiva e due punti della situazione con Arcuri e Protezione Civile”, spiegando che i contagi vengono rilevati maggiormente perché si fanno più tamponi e che in altri Paese esteri la situazione è peggiore e che ogni giorno vengono distribuite mascherine gratuite agli studenti.
Conte ha detto, come aveva già detto il governatore del Veneto Zaia, che preoccupano di più i ricoveri ordinari che non le terapie intensive e che a tal proposito i medici di base potranno effettuare tamponi rapidi a domicilio e che potrebbe essere usato, come già avviene, ma ancora di più, l’esercito per aiutare i medici nei tamponi e nelle cure.
“Il quadro epidemiologico va verso lo scenario 4” ha aggiunto Conte, in alcune Regioni le criticità sono alte e che nel prossimo mese 15 regioni potrebbero superare la soglia critica negli ospedali. Solo a partire dal quattordicesimo giorno del Dpcm Covid del 24 ottobre si potrà toccare con mano se le misure avranno inciso o meno. Nel frattempo Conte ha annunciato nuove misure restrittive graduandole a seconda del rischio e dei servizi sanitari. Nuove restrizioni quindi, ma non generalizzate bensì su base territoriale. Conte ha voluto sottolineare ll’esistenza di 21 paramentri scientifici in base ai quali si calcola il rischio Covid, che non dipende solo dall’indice Rt.
“Ci potranno essere restrizioni e allentamenti in base alle singole situazioni, grazie a un sistema di maggiore flessibilità rispetto alla prima fase”. No quindi a un lockddown generalizzato: “avrebbe un effetto doppiamente negativo”.
Il prossimo Dpcm individuerà 3 aree indicanti il livello di rischio raggiunto da una Regione in base alle quale prendere o allentare le misure.
Conte ha annunciato, su scala nazionale, la chiusura dei centri commerciali nei weekend, di musei e mostre, la riduzione del 50% della capienza dei mezzi pubblici e la riduzione degli spostamenti tra regioni a rischio, se non per motivi di lavoro, di studio o di salute. Didattica a distanza anche totale nelle scuole secondarie.