Conte imita Di Maio e Salvini nel prendere in giro i risparmiatori

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Miatello salva la riunione con Giuseppe Conte per gli indennizzi promessi con Di Maio e Salvini
riunione con Giuseppe Conte per gli indennizzi promessi con Di Maio e Salvini

I truffati e le loro associazioni dall’incontro di lunedì scorso con il Presidente del Consiglio dei Ministri alias avvocato del popolo, sono stati ingannati due volte. La prima perché il Consiglio dei Ministri riunitosi il giorno dopo non ha votato la norma per modificare la legge vigente; la seconda -come l’articolo di VicenzaPiù evidenzia con somma tristezza- in quanto i truffati sono stati depredati, al momento e in base ai documenti in essere, di ben 750 milioni di € a fronte dei 525 per ogni anno del triennio 2019-2021 previsti nella legge di bilancio votata appena 4 mesi or sono.

La norma correttiva non è stata approvata in data 09 Aprile dal Consiglio dei Ministri in quanto uno dei due Vice-Premier, ovvero l’on.le Luigi Di Maio ha dichiarato a chiare lettere che le integrazioni devono essere concordate con “tutte le associazioni dei risparmiatori”.
In altre parole, dato che  solamente due di quelle presenti e facenti capo ad  Ugone ed Arman non hanno aderito a quanto proposto dall’esimio avv.to prof. Giuseppe Conte,  si deduce che le altre 17 valgono nulla rispetto a queste.

Un tempo il comico Grillo dichiarava nelle piazze “uno vale uno”, ecco in questa occasione il dato non è stato acclarato, in quanto  1 (uno)  vale più  8 ( otto). Come narrano i media , l’unico provvedimento importante varato è stato il DEF che contiene il dimezzamento del fondo pro truffati. Vale la pena di evidenziare che in questo caso l’accoppiata Di Maio-Salvini era presente e consapevole di quanto andava deliberando sulla pelle dei truffati, a differenza del giorno in cui erano assenti, le altre figure minori a partire dal Presidente del Consiglio ed i restanti Ministri sono stati occupati per mezz’ora del loro prezioso tempo per “dare i numeri ” della decrescita felice.

Leggendo quanto deciso dal Consiglio dei Ministri si annotano due questioni. La prima, nel DEF si parla ancora di Fondo Ristoro Risparmiatori che era la dizione usata nella precedente legge 205/2017 ; evidentemente negli uffici del MEF non hanno preso nota che il legislatore volendo dare un segnale incisivo di cambiamento ha ora denominato detto  capitolo di spesa “Fondo Indennizzo Risparmiatori – F.I.R.”

Ma si sa, non tutti hanno il tempo di leggere la Gazzetta Ufficiale.  Oggi il Fondo Ristoro invece che quantificare 525 ad anno partendo dal corrente esercizio, a prevede una spesa di 75 milioni per il 2019, 325.milioni per il 2020 e 425 milioni per il 2021, è ovvio che quest’anno (forse) si arriverà a dare qualcosina a qualche potenziale richiedente. D’altronde la tempistica è banale , ammesso che prima delle elezioni europee arrivi la “famosa” norma modificativa inserita nel decreto legge, questi avrà 60 giorni di tempo per essere convertito in legge, quindi (come direbbe Crozza imitando Salvini) , occorrerà poi un decreto attuativo che disporrà a partire dalla sua pubblicazione in G.U. almeno 180 giorni prima che il risparmiatore “danneggiato” possa fare domanda, quindi saremo verso Natale .

La previsione di ristoro prevista dal MEF è quindi corretta ed opportuna. Va da sè che al Tesoro i ragionieri sanno predisporre le tabelle e giustamente, anche in questo caso, sempre nella tavola V.10 a pag. 130 hanno previsto minori spese per il fondo ristoro pari a 26 milioni per anno, probabilmente lascito della precedente finanziaria, che se ritornano nella disponibilità generale per finanziare le maggiori spese, men che mai sono stati destinati al rinverdito fondo ristoro.