Passaggio competenze a OSS, sindacati confederali con infermieri contro Regione Veneto. Nursing Up, De Palma: Ministero Salute boccia delibera

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Operatori Socio Sanitari OSS abbandonati
Operatori Socio Sanitari (OSS) come gli infermieri?

“Anche le segreterie regionali del Veneto Cgil, Cisl e Uil della funzione pubblica, si affiancano agli Ordini delle Professioni infermieristiche del Veneto (Opi), nel dire “NO” alla Deliberazione della Giunta regionale Veneta 305/2021, che estende agli operatori socio-sanitari (Oss) competenze fino ad oggi in capo alla professione infermieristica”.

Lo affermano in una nota congiunta – nella quale si evidenzia che si tratta di un provvedimento dettato dall’emergenza, che apparentemente prova a dare soluzione ad un problema reale,intervenendo su profili professionali che non stanno in capo alle singole regioni. Scelte di questa natura, al contrario, richiedono modifiche legislative e ordinamentali uniformi in tutto il territorio nazionale, che mirino ad elevare competenze e qualità delle cure e dell’assistenza. Di questo si stanno infatti occupando in Commissione salute a Roma, con il contributo di tutti gli assessori regionali alla sanità e delle organizzazioni sindacali”.

“Immaginare di risolvere la carenza di infermieri attribuendo “de facto”, agli Oss, competenze che stanno in capo alla professione infermieristica – prosegue la nota – non è accettabile ed è una semplificazione che espone entrambe le figure a responsabilità enormi anche dal punto di vista giuridico e professionale”.

“Quella del Veneto – concludono Opi e sindacati – sembra una scelta dettata dalle pressioni esercitate dalle associazioni datoriali, a fronte di importanti criticità delle strutture residenziali per anziani (Rsa), per quanto riguarda la carenza di infermieri, che potrebbe determinare ricadutepesanti sulla sicurezza di ospiti e lavoratori delle strutture, oltre che sulla qualità e sicurezza dell’assistenza.  I ruoli e le funzioni degli operatori vanno definiti focalizzando i bisogni assistenziali che gli ospiti manifestano e non le sole esigenze contingenti, riducendo la complessità assistenziale ad una mera serie di atti”.

 

Per suo conto Nursing Up con De Palma dichiara: «Finalmente dal Ministero della Salute una sonora bocciatura della Delibera della Regione Veneto sugli OSS. Ora si apra la stagione del dialogo e della sinergia».

«E’ davvero il caso di dire che finalmente dal Ministero della Salute è arrivata quella risposta istituzionale che stavamo aspettando da tempo. Dopo i nostri accorati appelli e la dura presa di posizione nei confronti della Delibera della Regione Veneto 305/2021 che prevedeva la formazione integrativa degli Operatori Socio Sanitari, ampliando indebitamente le loro funzioni per sopperire alla carenza di infermieri, con un semplice corso di 300 ore, il Sottosegretario Sileri, nel corso di una interrogazione alla Camera, ha fatto sentire in modo perentorio la sua voce, sostenendo la legittima tesi di “un rischio di sovrapposizioni alla competenze infermieristiche”.

Direi che accogliamo questo intervento con moderata soddisfazione, ma rimaniamo ovviamente vigili sulla delicata questione, perchè ci auguriamo che il provvedimento regionale, a questo punto, sia sospeso immediatamente e non possa arrivare a generare situazioni che sarebbero profondamente lesive per la nostra professione e per la qualità dell’assistenza».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

«Dal Ministro della Salute, dagli esponenti del Governo, in primis dalla Federazione come ente sussidiario dello Stato, ci aspettiamo adesso un piano sinergico che spazzi via il banco di nebbia in cui la nostra professione è finita, suo malgrado, a causa di una politica superficiale che continua a cercare soluzioni tampone che si rivelano ben più gravi dei problemi stessi.

Dagli OSS che dovrebbero diventare infermieri o pseudo tali, ai farmacisti e ai biologi qualificati per somministrare con un semplice corso, passando attraverso i continui bandi regionali che cercano “disperatamente” vaccinatori a titolo gratuito: in queste settimane ne abbiamo viste di tutti i colori, senza dimenticare che nel frattempo continuiamo a essere di fronte a una totale e pericolosa asincronia tra Governo centrale e Regioni, con possibili conseguenze nefaste non solo per la nostra professione ma prima di tutto per la qualità del servizio sanitario.

Finalmente, anche se ci auguriamo che alle belle parole facciano seguito i fatti e gli interventi concreti, qualcuno sembra avere compreso che la competenza e l’esperienza acquisita da parte di professionisti degni di tal nome, che deriva da una specifica formazione, non possono essere “rimpiazzati” con un corso di poche ore, e che soprattutto le soluzioni tampone non ci condurranno da nessuna parte se non a far affondare inesorabilmente una barca già zeppa di falle da tappare.

Ora occorrono lungimiranza e dialogo. In tutto questo, la valorizzazione della nostra categoria e le elevate competenze di cui siamo massima espressione, rappresentano la “conditio sin qua non” per un’assistenza di assoluta qualità, che sia finalmente il frutto di sinergie istituzionali capaci di produrre provvedimenti uniformi ed equilibrati.

Nel delicato contesto delle professioni sanitarie occorre evitare pericolose corse in avanti, figlie di un sistema asincrono ed autoreferenziale, dove Governo e Regioni non possono comportarsi come due mondi che non comunicano tra di loro».