I Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza (qui altre operazioni della GdF), nell’ambito delle attività di polizia economico-finanziaria finalizzate al contrasto del sommerso da lavoro, hanno rilevato plurime infrazioni in tema di lavoro “nero” a seguito di due distinte ispezioni effettuate, rispettivamente, presso un ristorante di Schio e una struttura alberghiera situata in una delle più rinomate mete turistiche regionali a Tonezza del Cimone.
Nel corso del primo accesso, effettuato presso un’attività di ristorazione situata all’interno della zona industriale del comune scledense, i militari della Compagnia di Schio hanno eseguito un controllo congiunto con funzionari dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Vicenza: all’atto dell’accesso non sono emerse irregolarità in relazione ai lavoratori dipendenti rilevati all’interno dell’attività commerciale.
Tuttavia, i successi approfondimenti ispettivi – condotti anche tramite l’acquisizione di apposite dichiarazioni – hanno permesso di constatare l’impiego in nero di una lavoratrice, in qualità di cameriera e addetta al bancone, per un totale di 75 giornate articolate su 5 giorni lavorativi a settimana e per almeno 5 ore al giorno. A riguardo, è stata irrogata al rappresentante della società di capitali coinvolta la cd. maxisanzione, per un totale di 14.400 €, poiché l’impiego della lavoratrice senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro è risultata essere superiore a 60 giorni.
Nel corso del secondo intervento, inoltre, le Fiamme Gialle scledensi – di concerto con i funzionari del citato Ispettorato – hanno effettuato un accesso presso un hotel del comune di Tonezza del Cimone, sempre al fine di verificare il corretto adempimento degli obblighi vigenti ai fini previdenziali, assistenziali e contributivi.
I riscontri effettuati dai militari e dagli Ispettori territoriali del lavoro – anche tramite l’incrocio delle risultanze emerse dalle rispettive banche dati a disposizione – hanno fatto emergere l’irregolarità lavorativa, previdenziale e assicurativa di 2 (due) dipendenti, impiegati in qualità di inserviente e di cameriera/assistente di sala, nei cui confronti il proprietario dell’attività ricettiva non aveva effettuato le dovute comunicazioni agli enti preposti.
Nel dettaglio, un lavoratore è stato impiegato – in via continuativa – per 16 giorni in violazione della normativa in materia di riposo settimanale. Sono state rilevate altresì irregolarità per quanto concerne le modalità di pagamento delle retribuzioni di 4 mensilità.
Il pagamento di queste ultime, infatti, è avvenuto senza l’utilizzo di metodi tracciabili anche per come rilevato a seguito del rinvenimento di una scrittura privata tra lo stesso lavoratore e il datore di lavoro. Infine, è stata rilevata l’omessa registrazione sul Libro Unico del Lavoro delle prestazioni effettuate per 2 mensilità nonché il mancato versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi. Il computo delle violazioni ha portato all’irrogazione di sanzioni amministrative, anche in questo caso, superiori ai 14 mila €.
Le attività sopra descritte si inquadrano nella più ampia azione condotta dalla Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro di Vicenza, volta ad individuare e contrastare il fenomeno del lavoro sommerso che, oltre a costituire una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, rappresenta principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali, infatti, non vengono riconosciuti i basilari diritti previsti dalla legge.