Controllo di vicinato, anche il Pd vota sì. Ciambetti: “dare solo un’occhiata attenta”

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“Il controllo di vicinato non è solo uno strumento di prevenzione e promozione della sicurezza urbana, contro il rischio di reati a proprietà e persone. È soprattutto un mezzo importante per riattivare solidarietà tra i cittadini. Con questa legge, viene trasformata una consuetudine in norma, visto che si va a riconoscere una serie di esperienze già presenti, in maniera molteplice, nel nostro territorio”.

Lo affermano – con un comunicato – i consiglieri regionali del Partito Democratico che spiegano “esprimiamo il nostro parere positivo al PdL n. 394 sul controllo di vicinato, di cui è stato Correlatore Claudio Sinigaglia”.

“Il controllo di vicinato è il riconoscimento di una buona pratica che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini, lo sviluppo della comunità locale, la valorizzazione di percorsi di relazione e inclusione e di conoscenza del territorio – aggiungono gli esponenti dei Democratici – ma occorre fare chiarezza su compiti e limiti. Il controllo di vicinato deve essere portato avanti in collaborazione con il Comune, chiamato a fare da regia e che è il vero punto di riferimento, con le Forze dell’Ordine e la Prefettura; fondamentale, è la stipula dell’accordo tra i soggetti istituzionali, che promuovono e riconoscono i gruppi spontanei  del controllo di vicinato. Questi soggetti, è bene ricordarlo, non possono sostituire le forze dell’ordine e di polizia, intervenire in caso di reato, né fare indagini su altri cittadini, pedinamenti oppure schedare le persone. Il loro compito è solo quello di osservazione e segnalazione alle istituzioni, senza alcun trattamento dei dati personali”.

“Questo provvedimento, migliorato nella discussione in aula consiliare grazie all’accoglimento di nostri significativi emendamenti – conclude la nota del Gruppo consiliare del Partito Democratico –  promuove le linee guida, lo scambio di buone prassi e riconosce contributi ai Comuni per dotarsi di attrezzature che segnalino la presenza dei gruppi di buon vicinato. Sarà però necessario non sovrapporre i progetti di educazione civica e di legalità, presenti nelle Scuole Superiori con gli interventi previsti da altre leggi; perciò, è indispensabile un loro coordinamento”.


“La sicurezza partecipata e il controllo di vicinato diventano patrimonio culturale, prima che legislativo, della Regione del Veneto”. Così – in una nota – il Presidente del Consiglio regionale , Roberto Ciambetti, saluta l’approvazione del Pdl 394, dal titolo “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del fenomeno sociale del controllo di vicinato nell’ambito di un sistema di cooperazione inter-istituzionale integrata per la promozione della sicurezza e della legalità” di cui è stato estensore e primo firmatario. “Nessuno chiede ai cittadini di diventare dei Rambo – ha detto Ciambetti – né, tantomeno, di sostituirsi alle Forze dell’Ordine: la sicurezza partecipata è cosa ben diversa, è la risposta all’indifferenza, è l’espressione del senso civico, è uno strumento autentico di solidarietà davanti ad ogni forma di devianza o di fronte a situazioni anomale. Il controllo di vicinato non è il controllo del vicino di casa, è invece prestare attenzione a quanto accade attorno a noi. Come diceva Jane Jacobs, citata all’inizio della relazione che accompagna la mia legge, ‘La prima cosa da capire è che l’ordine pubblico nelle strade e sui marciapiedi della città non è mantenuto principalmente dalla polizia, per quanto questa possa essere necessaria: esso è mantenuto soprattutto da una complessa e quasi inconscia rete di controlli spontanei e di norme accettate e fatte osservare dagli abitanti stessi’. Ecco, questa è la sicurezza partecipata. La mia legge – ha continuato Ciambetti – punta a costruire una nuova coscienza attraverso associazioni riconosciute, attraverso le istituzioni scolastiche, attivando un dialogo e sinergie con le Forze dell’Ordine, con le amministrazioni locali, sviluppando una opportuna e qualificata formazione. Tutti possono contribuire al controllo di vicinato e partecipazione attiva. Tutti possono dare il loro contributo: non dimentichiamo che l’indifferenza lascia spazi enormi alla solitudine ma crea anche il terreno migliore per la devianza e per forme di violenza. A nessuno viene chiesto di fare l’eroe, ma di dare solo una occhiata attenta: in questo modo possiamo anche controllare reciprocamente le nostre abitazione. La nostra proposta parla di prevenzione. La prevenzione svolta dai cittadini è un deterrente importante anche nei confronti dei malavitosi. Ma è anche, se non soprattutto, un’arma formidabile per aiutare le persone sole e i più vulnerabili, chi è a rischio. Nessuno deve fare indagini, fare il piccolo detective o intervenire quando viene commesso un crimine: per affrontare la malavita serve una grande professionalità e specializzazione che solo le Forze dell’Ordine hanno e che solo le Forze dell’Ordine possono garantire. Il cittadino ha invece il dovere di fare attenzione e segnalare l’anomalia, la devianza, la presenza di elementi sospetti. Tutti dobbiamo partecipare attivamente alla costruzione di una cultura della prevenzione e della partecipazione attiva, alla cultura del dialogo con le Istituzioni, per ritesse assieme quei fili sottili che costituiscono trama e ordito di quello che chiamiamo tessuto sociale. Un tessuto in cui nessuno deve essere lasciato indietro, nessuno deve essere lasciato solo”