Primo consiglio comunale con Rucco: ancora critiche sui post fascisti su FB e nomina di Valerio Sorrentino come Presidente

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Non è stata priva di polemiche la prima seduta del consiglio comunale dopo la nomina di Francesco Rucco come nuovo sindaco di Vicenza, cominciata oggi pomeriggio alle 17:05 presso Palazzo Trissino. E’ stato un consiglio comunale vivo, con una buona presenza anche di pubblico (presente anche Hullweck), culminato con il giuramento ufficiale del neo sindaco e l’elezione a presidente del consiglio di Valerio Sorrentino.

In tanti hanno preso la parola, specie consiglieri dell’opposizione che hanno attaccato su alcuni punti la neo formata opposizione, appellandosi più volte al rispetto degli articoli fondamentali della Costituzione: durante il giuramento di Rucco, sulle postazioni dei consiglieri sostenitori di Otello Dalla Rosa (curiosamente a destra e non a sinistra del classico schieramento politico, ndr) sono apparsi anche dei cartelli riportanti la scritta “RESTIAMO UNITI” ad invocazione dell’articolo 2.

Il primo punto del consiglio prevedeva la discussione sull’esame delle condizioni di eleggibilità dei consiglieri comunali e sono stati in molti i consiglieri che si sono espressi. Il consigliere Simona Siotto, ha preso subito parola, parlando in nome di tutta la maggioranza quando ha detto “siamo in quest’aula pieni di voglia di fare ed emozionati“, ricordando quelli che sono stati i temi di punta della campagna elettorale e che diverranno ora quelli alla base di questa amministrazione (tra cui sicurezza e viabilità), aggiungendo però anche una menzione all’altrettanto grave problema del prolungato silenzio sulla questione Banca Popolare di Vicenza. A Siotto si è aggiunto in seguito il consiglier Zaza, in campagna elettorale candidato per la lista di Claudio Cicero, che ha voluto aggiungere ai temi citati da Siotto anche quello delle infrastrutture.
Dopo appena una decina di minuti dall’inizio dell’assemblea è stato il turno del candidato sindaco uscito sconfitto dalle recenti elezioni amministrative, Otello Dalla Rosa. Dalla Rosa è apparso deciso ed agguerrito nell’esporre le proprie convinzioni ma pur sempre pacato per la durata della riunione intera. “Non la accuserò di avermi copiato l’idea di ottenere la delega sulla sicurezza” ha esordito, per poi aggiungere “una cosa però mi fa contento: finalmente oggi, dopo 9 mesi, ha finalmente detto che Vicenza non è un far west“. Dalla Rosa ha poi attaccato la neonata maggioranza sul caso frasi nazi-fasciste condivise su Facebook da parte di candidati per Rucco, ora consiglieri (come in particolare l’impassibile Leonardo De Marzo presente al consiglio).

Questo è stato il punto sul quale si sono concentrate maggiormente le critiche espresse anche dai consiglieri dell’opposizione che hanno parlato dopo Dalla Rosa. “Valori come l’antifascismo non devono mai essere messi in discussione”, ha detto Dalla Rosa che ha poi concluso tra gli applausi di parte dei presenti “non ho sentito mai nessuno dei convolti dichiarare pubblicamente di essere contro ogni forma di fascismo, sessismo od omofobia“.

Da qui, appunto, una serie di interventi da parte dei consiglieri dell’opposizione, dove ad essere presa di mira è stata, oltre allo scandalo post fascisti, principalmente la questione riguardante la parabola che ha visto il progressivo allontanamento dal completo civismo da parte del nuovo sindaco a favore di una forte componente partitica, come espresso dal consigliere Colombara: “Una giunta così politica saprà fare l’interesse dei cittadini?“. Sempre sulla questione del sospetto fascismo di alcuni componenti del consiglio, si sono accesi ancor più i toni quando hanno parlato il consigliere Selmo e Ennio Tosetto. Secondo Selmo infatti il problema non sono affatto i post su Facebook, ma la posizione ideologica di chi gli ha pubblicati ed ora rappresenta i vicentini: “Le dimissioni in questo caso sarebbero un segno di rispetto“. Tosetto in seguito ha generato le reazioni di diversi presenti, specialmente quella di Claudio Cicero quando ha tirato in ballo addirittura l’assassinio di Giacomo Matteotti. Un’altra critica, che è stata mossa invece da Ciro Asproso, è stata quella relativa alla proposta, portata avanti del segretario vicentino della Lega, Matteo Celebron, di cambiare il nome del Parco della Pace e di Viale della Pace: “voglio sperare che Pace non sia inteso con un’accezione ideologica” ha detto, sottolineando come il concetto di pace dovrebbe essere un qualcosa di universalmente condiviso e privo di ogni connotazione politica.

Gli interventi si sono, poi, conclusi con delle considerazioni della maggioranza in risposta alle critiche ricevute da parte dei consiglieri dell’opposizione. Hanno parlato, infatti, gli esponenti di Forza Italia Zocca e Cattaneo, mentre il più giovane dell’intero consiglio, il leghista Jacopo Maltauro, ha rinunciato all’intervento. Al termine degli interventi da sottolineare la non replica del sindaco Rucco.
Il dibattito in definitiva è servito per delineare un’opposizione che si è posta in maniera decisamente agguerrita nel far valere le proprie ragioni, soprattutto “idelogiche”, ma, al contempo, un po’ meno disponibile a collaborare con quella che per almeno cinque anni sarà la maggioranza. In questo clima sono state effettuate brevemente le votazioni sulle condizioni di eleggibilità del sindaco e dei consiglieri, conclusa con l’approvazione con 21 voti favorevoli, un contrario e 10 astenuti.