Coronavirus, 53 medici ed infermieri cubani in Italia per aiutarci: grazie, “piccola” Cuba!

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Oltre agli aiuti in materiali e personale medico che sono arrivati dalla Cina e le attrezzature mediche inviate dalla Russia (notizia ANSA “Arriveranno nove aerei pieni di attrezzature mediche e veicoli per la disinfestazione“), dobbiamo ringraziare Cuba che con generosità contribuisce con personale medico alla situazione che stiamo vivendo a causa del coronavirus. Nel video si può vedere la partenza verso il nostro paese dei medici cubani da L’Avana applauditi dai presenti e nel video a seguire la filosofia umanitaria di Cuba spiegata in poche parole da Fidel Castro.
Ricevere aiuto da grandi potenze dovrebbe essere quasi normale. Che un piccolo paese, oppresso da sessant’anni di blocco e sanzioni da parte degli USA, ci aiuti è indice di uno spirito internazionalista di eccezionale e sincera fraternità. E’ anche la dimostrazione che, nell’ora della necessità, alcuni paesi sono per loro natura (e, aggiungerei, ideologia) più vicini di altri e, soprattutto, di quelli che consideriamo nostri alleati (ma che ci considerano spesso e volentieri “sudditi”).
Ricordiamoci di quello che sta accadendo, della inconsistenza di una UE che, nonostante delle ora obbligate aperture, non smette di pensare alla finanza, del comportamento degli Stati Uniti che cercano di accaparrarsi il futuro vaccino e della generosità del governo e del popolo cubano.
Grazie Cuba.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.