Come sono cambiate le nostre vite da quando ci è piombata addosso l’emergenza coronavirus? E come ha reagito la città di Vicenza? Ne abbiamo parlato con il presidente della Croce Verde di Vicenza, Giuseppe Dal Ponte e il volontario Sebastian Nicolai.
Qual è l’attività ordinaria della Croce Verde e cos’è cambiato nell’ultimo mese?
Prima del Covid
La nostra associazione nasce nel 2003 e quindi ormai è molto consolidata sul territorio, siamo oltre 230 volontari. I nostri servizi, al di là di questo momento di emergenza nazionale e vicentina che è il Covid, sono rivolti a supportare l’Ulss 8 Berica nei servizi ospedalieri, dal 118 alle dimissioni dall’ospedale, al trasporto farmaci ed emoderivati con l’autoemoteca, quindi tutto questo comparto di supporto all’ospedale di Vicenza e agli ospedali dell’azienda sanitaria locale. Poi di trasporti privati, quindi quella fascia di popolazione che ha bisogno di trasportare i propri cari dalle case di cura o dagli ospedali, o per delle visite, perché magari sono allettati, o pazienti per altre patologie che si rivolgono a noi per questo tipo di servizio. Poi abbiamo tutto il filone dei presìdi sanitari alle manifestazioni. Croce Verde annualmente svolge più di 600 presìdi a manifestazioni sportive, culturali, di piazza, dalle sagre ai saggi di ginnastica di fine anno, a tutte le attività sportive che si svolgono sul territorio. Poi abbiamo dei servizi legati alla formazione, formazione per le scuole, per le aziende, corsi per l’utilizzo di defibrillatori e il massaggio cardiaco, il basic life support, tutte le manovre di rianimazione, che possono essere svolte dai cittadini, dal cosiddetto personale laico, cioè personale non sanitario. Questi sono i servizi che occupano il nostro tempo, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24.
Dopo il Covid
Da quando è emersa quest’emergenza, fine febbraio, primi di marzo, abbiamo avuto una sospensione pressoché totale di tutti quei servizi che hanno a che fare con il pubblico, manifestazioni, servizi privati e di formazione alla popolazione, tutta quella parte di rapporto con il pubblico, che è di fatto sospesa. Rimangono attive e molto intensificate le attività in convenzione con la Centrale Suem 118 Vicenza per i trasporti in emergenza e non, sempre più spesso i nostri volontari si sono trovati a dover gestire pazienti Covid19 positivi, hanno portato a termine i servizi con la massima professionalità ed attenzione:dispositivi di protezione per tutti i componenti dell’ equipaggio, attente procedure di controllo e disinfezione del mezzo e di tutti i suoi componenti. È cresciuta anche quella parte di attività legate alla Protezione Civile. Croce Verde Vicenza da due anni è affiliata all’Anpas, la rete nazionale delle pubbliche assistenze, e quindi su questo abbiamo attivato dei servizi in collaborazione con la Croce Rossa, comitato provinciale di Vicenza, con la Protezione Civile provinciale, per il trasporto della spesa, di farmaci, per pazienti magari affetti da altre patologie, controllo degli accessi ospedalieri, ogni giorno abbiamo una decina di volontari impegnati su viale Rodolfi all’ingresso del San Bortolo per gestire il flusso di accesso ospedaliero e a tutte queste attività di supporto della popolazione, lavoriamo con l’assessorato ai Servizi Sociali, nella distribuzione delle spese, abbiamo messo a disposizione una macchina, 5 giorni su 7, cioè quando gli uffici dei servizi sociali sono aperti, per trasportare decine e decine di spese al giorno. È un servizio che riesce ad arrivare al cuore delle persone, perché riguarda le fasce più fragili che non hanno la possibilità di fare la spesa da soli, perché magari sono Covid positivi, o perché hanno paura, perché sono anziani, che rappresentano la fascia di popolazione più a rischio. Rimangono chiusi in casa e si rivolgono al Comune di Vicenza per chiedere il trasporto della spesa al proprio domicilio. Anche la modalità con cui l’associazione supporta il territorio è di fatto cambiata in queste ultime settimane.
Chi sono, e quanti, i volontari della Croce Verde? Avete dovuto reclutarne altri in questo periodo?
Una cosa molto bella che abbiamo registrato in questi giorni è che i nostri volontari, che ovviamente sono lavoratori e fanno servizio di volontariato nel loro tempo libero, hanno dedicato la maggior parte del loro nuovo tempo libero, molti sono a casa in cassa integrazione, all’Associazione, quindi in un momento in cui sono cambiati i nostri servizi, anche i nostri volontari hanno messo a disposizione della cittadinanza la maggior parte del loro tempo libero e questo ci ha permesso di evitare di immettere nel circuito di servizio, che non è di soccorso, ma di protezione civile, delle persone magari non sufficientemente preparate perché non avevano fatto in tempo a svolere dei corsi.
Come vi sembra che abbiano reagito i vicentini? Quale sentimento è prevalso: paura, indifferenza, coraggio?
Considerando che il contatto umano tra noi volontari e i cittadini dev’essere il minimo possibile e che quindi non abbiamo neanche grandi opportunità di dialogo o di confronto, com’è giusto che sia visto l’elevato rischio contagio. Per quanto sembra che si stia superando la fase più grave e che il picco sia stato raggiunto, partiamo dal presupposto che tutte le persone che noi abbiamo davanti potrebbero essere positive e quindi i contatti devono essere ridotti al minimo per tutelare il volontario ma anche la persona stessa. Sicuramente la percezione è di estrema incredulità, è una situazione che nessuno si immaginava di dover vivere, una situazione di isolamento forzato e di impossibilità a lasciare il proprio domicilio anche per le cose più banali. Sicuramente abbiamo visto sempre grandissima collaborazione da tutti. I cittadini sono i primi che cercano di non mettersi in condizione di potenziale esposizione o pericolo e tutelano in primis anche i volontari e quindi sono i primi che stanno attenti nel ricevere la spesa, i farmaci, a stare distanti, a non creare possibili situazioni di rischio. Una grandissima collaborazione quindi della società civile, come delle forze dell’ordine, del personale ospedaliero che ogni giorno ci supporta per la parte sanitaria, come delle istituzioni. In queste settimane abbiamo lavorato col Comune di Vicenza, dal vicesindaco Tosetto, al sindaco Rucco, ai dirigenti dei vari servizi comunali che supportano il volontariato in modo encomiabile, l’assessore alla Protezione Civile Ierardi che condivide con noi lo stabile di via Muggia. C’è un grande spirito di collaborazione tra tutti i volontari, che è straordinario. Via Muggia in questo momento tra carabinieri, Protezione Civile e Croce Verde è veramente un cuore pulsante di aiuto sul territorio, che è molto bello.
C’è qualche episodio in particolare che vi ha colpito in questi giorni?
La cosa che ci ha colpito di più è probabilmente la collaborazione con il personale del 118, che ovviamente è sempre di più in prima linea rispetto a tutte le altre personalità che sono chiamate a rispondere in questa situazione di emergenza. Un episodio molto bello è stato una decina di giorni fa quando abbiamo avuto l’idea di decorare la facciata della nostra sede con il tricolore italiano. L’idea è partita con una semplice bandiera, ma poi attraverso la generosità di un’azienda di Vicenza che si chiama “Raggi di luce”, è stata installata una proiezione di luci, che di fatto ora è il tricolore più grande della città. Così ora la nostra sede è illuminata come la sede di Montecitorio a Roma con il tricolore. E i carabinieri che passavano di là si fermavano a fare foto, così come i volontari, ci siamo ritrovati tutti uniti, ognuno con le proprie mansioni e con la propria professionalità, ma uniti sotto la responsabilità che quello che stavamo facendo era per un bene superiore della città con l’idea di lavorare tutti insieme per superare questo momento, che è anche il grande orgoglio italiano di questi giorni.
Dovremo convivere con il virus? Come cambierà la vita di tutti i giorni?
La speranza più grande è che arrivi al più presto il vaccino, perché è l’unica soluzione definitiva a quest’emergenza. Lo stiamo vedendo del resto nella cronaca, a Shangai, a Hong Kong, quando sembra superato, appena ci si lascia un po’ andare c’è il rischio che il problema riemerga e ci si ritrovi in pochi giorni alla situazione di isolamento totale. Solo il vaccino metterà la parola fine a quest’incubo.
Molti cittadini in questi giorni hanno già aderito alla campagna di raccolta fondi della Croce Verde Vicenza, “Aiutaci a non fermarci”. Ecco come dare il proprio contributo per questo importante servizio alla comunità
*AIUTACI A NON FERMARCI*
Causale: EMERGENZA COVID 19
IT32 S088 0711 8020 2100 5126 333
per Croce Verde Vicenza
L’articolo «Coronavirus a Vicenza, cittadini increduli ma uniti nelle difficoltà»: il racconto della Croce Verde proviene da L’altra Vicenza.