Coronavirus, bollettino del 22 maggio Ulss 8 e Ulss 7: tre decessi a Santorso, al San Bortolo donate maschere per assistenza pazienti

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Coronavirus, situazione alle Ulss 7 e 8
Coronavirus, situazione alle Ulss 7 e 8

Tre decessi, tutti a Santorso: due donne, entrambe 86enni, una proveniente da Bassano e l’altra da Asiago, e un uomo di 83 anni di Montecchio Precalcino. La Casa di Cura Eretenia e due aziende di Arzignano, ISGEV SPA e GDC CAST SPA hanno sviluppato insieme una maschera per l’assistenza ai pazienti covid e ne hanno donato 100 esemplari all’ospedale S. Bortolo. Oggi la cerimonia di consegna, più sotto i dettagli dall’Ulss 8.

MASCHERE PER IL SUPPORTO VENTILATORIO: UN PROGETTO INNOVATIVO TUTTO VICENTINO

Un progetto tutto vicentino, nel quale s’intrecciano ingegno e generosità: due aziende di Arzignano, unendo le forze, hanno messo a punto un innovativo sistema di supporto respiratorio adattando una maschera da sub, l’hanno sviluppato in stretta collaborazione con gli specialisti della Pneumologia e della Rianimazione dell’ULSS 8 Berica e gli specialisti Anestesisti della Casa di Cura Eretenia e, infine, ne hanno donato 100 esemplari all’ospedale di Vicenza, consegnati nella giornata di oggi.

A spiegare l’iniziativa è Gianbattista Dalli Cani, titolare, assieme al fratello Giancarlo, delle aziende vicentine coinvolte nel progetto: «Erano i giorni in cui negli ospedali c’era l’emergenza degli ausili per la respirazione dei pazienti. Le nostre aziende hanno una lunga tradizione di innovazione tecnologica e, anche ispirandomi ad altri progetti simili nati spontaneamente in Italia e all’estero, ho pensato che avevamo tutte le potenzialità per realizzare qualcosa di utile per andare incontro alle esigenze degli ospedali: ISGEV SpA di Arzignano ha messo a disposizione l’ufficio tecnico per la progettazione dei raccordi in 3D e delle modifiche da effettuare alla maschera, mentre GDC Cast disponeva della stampante 3D e dei materiali necessari per la stampa dei raccordi. C’era però un problema: l’ormai famosa maschera della Decathlon utilizzata da tanti come base di partenza non si trovava, andata a ruba proprio per le riconversioni a scopo sanitario. Così siamo partiti da una maschera diversa, di marca Seac, ed è nato un prodotto capace di svolgere 3 funzioni diverse, a seconda delle esigenze: semplice dispositivo di protezione individuale, maschera per la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (CPAP) e infine supporto ventilatorio vero e proprio. Abbiamo realizzato due prototipi, che abbiamo affinato seguendo le indicazioni degli specialisti del San Bortolo e i Medici Anestesisti della Casa di Cura Eretenia e, quindi, l’Eretenia ha procurato le maschere, i tubi, i filtri e le valvole peep e siamo andati in produzione con il modello scelto. Tutto il kit completo che doniamo è già sterilizzato dal gruppo operatorio della Casa di Cura Eretenia, dunque pronto per essere attaccato all’impianto dell’ossigeno e utilizzato sui pazienti».

«I sistemi di ventilazione che utilizzano la pressione positiva continua nelle vie aeree (CPAP) – spiega il dott. Giuseppe Idotta, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’ospedale di Vicenza – servono a portare aria sotto pressione continua nelle vie aeree. Questi presidi vengono utilizzati quando il polmone è, ad esempio, imbibito di liquidi, infiammatori e/o non infiammatori, che provocano un quadro di insufficienza respiratoria acuta da alterato scambio di gas, in particolare di ossigeno, nel polmone profondo. I sistemi per erogazione di pressione positiva continua in modalità CPAP possono essere di vario tipo: dai caschi completi per ventilazione meccanica non invasiva (Caschi NIV) alle maschere oronasali o full face. Il vantaggio di questo nuovo presidio sta nella sua portabilità: è completamente trasparente e questo riduce la sensazione di claustrofobia; inoltre esso copre solo il naso e la bocca ma scarica il peso su tutto il volto, per cui risulta ben tollerato e riduce il rischio di lesioni da decubito sul volto. Nell’assistenza ai pazienti Covid queste maschere sono particolarmente utili nella fase precoce dell’insufficienza respiratoria acuta, perché consentono di evitare l’intubazione del paziente. Esse sono importanti, anche nel periodo di svezzamento dal ventilatore, all’uscita dalla rianimazione, per supportare la prima fase della ventilazione polmonare nei pazienti appena estubati».

Un progetto che come anticipato ha visto una stretta collaborazione tra le aziende vicentine coinvolte e i sanitari del San Bortolo e i medici anestesisti della Casa di Cura Eretenia, il dott. Piccinni (che è anche il Direttore Sanitario), il dott. Andaloro e il dott. Benetti: «Io stesso ho provato la maschera – sottolinea il dott. Idotta -, ma molto importante è stato anche il parere dei colleghi della Rianimazione. Ci siamo subito resi conto che era esattamente ciò che ci serviva ma che non sapevamo come realizzare. Insieme abbiamo valutato l’opportunità di alcune piccole modifiche, che sono state eseguite con grande disponibilità. Queste 100 maschere saranno dunque uno strumento molto importante per fronteggiare il covid nel caso in cui si assista in futuro ad un nuovo incremento dei casi, magari in autunno».

E proprio su questa collaborazione si sofferma il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi: «Negli ultimi mesi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quanto grande sia la generosità dei vicentini, ma questa donazione ha visto impegnate direttamente anche le competenze professionali e le tecnologie di due aziende locali, messe al servizio delle esigenze dell’ospedale. È anche questo un bellissimo esempio di collaborazione tra azienda socio-sanitaria e territorio, un modello che spero possa ripetersi ancora in futuro considerata la ricchezza di ingegno e risorse del tessuto produttivo locale».

E già Dalli Cani pensa ai prossimi sviluppi: «Sto mettendo a punto anche una valvola peep a controllo elettronico, per una gestione della ventilazione più precisa e allo stesso tempo più semplice per gli operatori, e sto brevettando il progetto. L’obiettivo naturalmente non è ricavarne un guadagno, ma poterlo mettere a disposizione anche di altri ospedali che dovessero averne bisogno».

Le 100 maschere si aggiungono ad altri aiuti concreti effettuati dalla famiglia Dalli Cani durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, in questo caso tramite la Casa di Cura Eretenia, in cui Gianbattista e Giancarlo Dalli Cani sono Amministratori: in particolare si tratta della consegna di 2 respiratori per la Rianimazione di Vicenza e 10 letti donati alla Protezione Civile e impiegati nell’ospedale covid di Schiavonia.