9 gli ambiti di maggiore impatto negativo denunciati dalle imprese artigiane del Veneto che, in 2 giorni, hanno risposto in 2.500 on line ad un sondaggio della Confartigianato Imprese Veneto realizzato in collaborazione con le organizzazioni territoriali.
Si stima che per 35mila imprese pesa il calo delle vendite, per 25mila la cancellazione degli ordini
Caduta delle vendite e degli ordinativi, blocco delle attività di business, problemi di logistica, di approvvigionamento e di mancanza di personale. Le imprese artigiane e le MPI sono fortemente preoccupate per le conseguenze del Coronavirus sull’economia. Questo in estrema sintesi quanto evidenziato dal Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Agostino Bonomo, al Tavolo Regionale di Crisi convocato dall’Assessore alle Attività Produttive Marcato che, a supporto delle richieste, ha portato i risultati di un sondaggio on line a cui, grazie alla collaborazione di tutte le associazioni provinciali, hanno risposto in soli due giorni (26 e 27 febbraio) 2.454 imprese operanti su tutti i settori artigiani, per quantificare i fattori che stanno frenando l’economia regionale.
Nove le criticità emerse dell’impatto negativo dell’emergenza Coronavirus sulle imprese artigiane del Veneto che devono essere considerate per la costruzione di un piano di azione.
Risulta evidente il freno dell’attività. In particolare, il calo delle vendite ha inciso sul 34,6% delle imprese, mentre il 24,2% denuncia la cancellazione degli ordinativi.
Stimiamo che oltre 35.000 imprese artigiane abbiano dichiarato un calo delle vendite.
La cancellazione degli incontri di business interessa il 26,2% delle imprese, percentuale analoga di quante sono penalizzate dalla cancellazione o dal rinvio di fiere, eventi e altre iniziative d’affari (26%).
Una conferma di criticità arriva dalla logistica e dal trasporto delle merci: il 13% delle imprese di tutti i settori lamenta la mancata consegna di merce ai clienti, e l’11,7% segnala la mancata fornitura di materie prime, che compromette in maniera significativa l’attività produttiva.
Dai dati ricavati dall’Associazione il 13% delle imprese ha riportato un incremento dei costi di gestione conseguenti all’emergenza per l’implementazione delle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Per finire, ma non meno importante, il tema del personale delle imprese e dei costi legati alla sua organizzazione: in particolare sono state rese note le difficoltà di gestione delle trasferte del personale (14,5%), a cui si aggiungono le assenze dei dipendenti (6,3%).
L’impatto della crisi non è comunque uniforme tra i vari comparti economici.
A risentire maggiormente del calo delle vendite, sono il settore del Benessere (44,3%), dei Traporti (50%), della Moda (47,2%), dall’Alimentare (57%), seguiti dell’artigianato Artistico, e dalle imprese operanti nell’area della Comunicazione.
La cancellazione degli incontri d’affari pesa mediamente su poco più di un quarto delle aziende. Il record negativo pesa sulla Moda (34%) e sui Trasporti (33,9%). Nel gruppo mediano si collocano il Benessere (28,6%), la Metalmeccanica (27,3%), gli Impiantisti (26,6%).
Gli effetti del rinvio o la cancellazione di fiere, incontri e altri eventi d’affari si stanno facendo sentire in modo più trasversale sulle filiere, coinvolgendo anche quanti sono parte della loro organizzazione. In particolare le criticità vengono evidenziate dalle aziende dei Trasporti (39,9%) della Comunicazione (57,8%).
La cancellazione degli ordini interessa il 24% del campione, con punte preoccupanti per i Trasporti (52%), l’alimentazione (38%), la moda (31%) ed il benessere (29%). Difficoltà sono manifestate anche dall’Artistico e dalla Comunicazione.
Stimiamo che oltre 25.000 imprese artigiane delle 123 mila operanti in Veneto abbiano già registrato problemi di cancellazione di ordini.
Difficoltà nella gestione delle trasferte del personale sono state segnalate dal 14% delle imprese. Oltre agli Autotrasportatori, il problema interessa anche aziende dell’Impiantistica, chiamate a interventi in cantieri e abitazioni. Segnalazioni in proposito sono arrivate dal 20% delle imprese interpellate. È l’evidenza del rallentamento anche dell’indotto del sistema casa.
Le misure emergenziali e l’impatto emotivo sull’opinione pubblica hanno avuto quale ulteriore effetto anche un incremento dei costi di gestione. Lo conferma il 13% delle imprese artigiane venete, ma le percentuali raddoppiano nel caso dei Trasporti (28%) e delle imprese legate al Benessere (22%).
Il 10% degli imprenditori artigiani lamenta poi problemi derivanti dalla mancata fornitura delle materie prime. Un fattore negativo che pesa soprattutto sulle aziende della Moda (26%) e della Meccanica (15%).
Infine, è stato registrato un aumento delle assenze del personale nel 6% delle imprese intervistate. Nel Benessere, tuttavia, si arriva al 10%, visto il contatto diretto con la clientela.
“Abbiamo fatto la richiesta chiara e forte di una strategia di comunicazione e d’immagine per il “prodotto Italia. Non possiamo infatti permetterci –prosegue Bonomo-, di ragionare su scala locale, con il rischio di azioni scoordinate, che alimentano la percezione di provincialismo all’interno del Paese. Serve una linea d’azione che tuteli l’immagine dell’Italia. Considerato il protrarsi delle misure restrittive di cautela “sanitaria” e visto l’allargamento ad altre regioni vicine – Lombardia, Emilia Romagna, Friuli ed anche il Piemonte-, tutte profondamente coinvolte nell’export, dobbiamo organizzarci per far fronte ad una situazione di criticità economica che proseguirà per mesi”.
“Sempre guardando alla fase emergenziale –prosegue-, siamo profondamente preoccupati per i problemi degli artigiani, alle prese con il crollo degli incassi e le scadenze incombenti dei pagamenti. Siamo pronti a date il nostro apporto per individuare anche forme innovative di sostegno alle imprese, aiutando quelle che soffrono di sotto finanziamento a superare il periodo più delicato di mancanza di liquidità che potrebbe prolungarsi ben oltre le prossime settimane”.
Secondo Confartigianato Veneto, in questa situazione anche il ritardo di realizzazione della banda larga diventa quanto mai inaccettabile. Il rallentamento dell’economia dovrà essere sostenuto da un piano straordinario di rilancio che non escluda, oltre ai settori coinvolti dall’export, ai trasporti, turismo e servizi alle persone, anche le manutenzioni e gli interventi ad esempio sull’edilizia pubblica, scolastica in primis. Il grande tema degli investimenti, sempre annunziati ma mai pienamente attuati, è quanto mai urgente.