Coronavirus, Bonomo (Imprese Veneto): “accelerare ripartenza con rispetto sicurezza e con liquidità e investimenti su made in Italy”

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Agostino Bonomo e la posizione di Confartigianato Veneto sugli effetti del Coronavirus
Agostino Bonomo e la posizione di Confartigianato Veneto sugli effetti del Coronavirus

A poco più di un mese dai decreti “iorestoacasa” che, progressivamente, hanno chiuso buona parte delle attività produttive nel Paese- afferma Agostino Bonomo Presidente Confartigianato Imprese Veneto – è il momento di una riflessione che colleghi l’uscita dall’emergenza con una logica di rilancio nel medio periodo. E come traccia del ragionamento usiamo alcuni dei risultati emersi dal secondo sondaggio che ha coinvolto oltre 3.600 soci in 6 giorni.

Sicurezza: attrezzarsi per la ripartenza 

Industria 4.0 e piccole imprese
Industria 4.0 e piccole imprese

La prima osservazione riguarda l’immensa platea di imprese chiuse per decreto, 77mila106 quelle artigiane (il 61,1% del totale) per 188mila addetti, che stanno evidentemente pagando una crisi economica pesantissima. Ciò detto, dal sondaggio emerge che la sicurezza è un tema centrale per tutte le aziende e per il quale nella prima fase dell’emergenza sono emerse difficolta operative. Infatti la metà delle imprese ha segnalato da subito criticità nel reperire dispositivi di protezione.

“Dall’esperienza della prima fase – afferma Agostino Bonomo Presidente Confartigianato Imprese Veneto – bisogna trarre le dovute conseguenze e permettere al sistema economico di arrivare attrezzato alla fase due della riapertura. Procedure e dispositivi di protezione dovranno essere a disposizione di tutti perché è grazie alla loro disponibilità che passa la concreta possibilità di ripartire. Nessuno si illude che sarà una cosa breve archiviare la pandemia, dobbiamo però passere in fretta dall’ emergenza ad una condizione di “rischio governato”. Non sta a noi imprenditori decidere sul quando ma, sta a tutti, società civile, Governo, sistema produttivo e Parti Sociali essere più efficienti ed efficaci possibile affinché sia fattibile operare celermente sulla base di regole condivise per la ripresa dell’attività”.

Ammortizzatori: le richieste potrebbero arrivare a coinvolgere il 50% delle imprese.

Ad oggi sono già 10.000 mila le imprese artigiane che hanno fatto richiesta dell’ammortizzatore dedicato dal Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato per tutelare 40.000 dipendenti, siamo già altre il 30% di aziende e dipendenti. Un numero mai raggiunto nemmeno nella grande crisi occupazionale del 2011/2013. Purtroppo una percentuale destinata a crescere se consideriamo che, sulla base delle risposte al questionario, le richieste di ammortizzatori potrebbero coinvolgere il 50% delle imprese.

Rallentamento economico: il 40% delle aziende prevede di subirlo per almeno 6 mesi una volta conclusa l’emergenza sanitaria

“Dobbiamo guardare a quanto ci aspetta –prosegue Bonomo-, : Il 40% delle aziende prevede di subire il rallentamento economico per almeno 6 mesi una volta conclusa l’emergenza sanitaria. Il 13% oltre un anno. Un tempo che rischia di allungarsi ulteriormente nei fatti soprattutto per la nostra economia regionale così strettamente orientata all’export ed al turismo”.

Un secondo elemento su cui riflettere, è cosa preoccupa i nostri artigiani nel post lockdown. Il 40% degli intervistati teme il calo dei consumi delle famiglie, il 32,8% un cambiamento drastico delle abitudini dei clienti e il 17,4% teme di perderli (soprattutto le imprese delle filiere della metalmeccanica, moda e legno che vedono il rischio di essere sostituite da terzisti di altre parti del mondo).

“Ai tre timori sopra citati –afferma il Presidente– dobbiamo rispondere in modo diversificato ma avendo chiaro un obiettivo: la valorizzazione di quanto viene realizzato nel nostro Paese. Tutto ciò che è e viene riconosciuto come made in Italy dovrà riuscire a non piegarsi alle logiche di una competizione al ribasso bensì salvaguardandone il valore. Attrezziamoci per destinare un forte investimento alla valorizzazione e promozione dei nostri beni e delle nostre destinazioni. Azione che possiamo iniziare a fare anche noi impegnandoci a privilegiare i nostri prodotti. A queste condizioni potremmo cercare di ridurre il numero di coloro che ritengono di non superare l’emergenza (secondo il sondaggio il 40%). E per riuscire a farlo avremo bisogno di una azione di sistema, a livello Paese. Avremo bisogno di dare continuità di risorse a quelle imprese che attendono solo di ripartire e sostenere quelle che potranno riconvertirsi efficacemente per affrontare mercati di riferimento probabilmente cambiati”.    Su questo Confartigianato ha presentato al ministero degli Esteri un insieme di proposte concrete richiedendo un forte impegno da parte dell’ice.

Fabbisogni di liquidità: il 60% delle richieste si concentra al di sotto dei 50.000 euro

Sul credito alle imprese, servono immediatamente strumenti veloci semplici da usare e dedicati alle MPI per garantire la loro liquidità, guardando anche ad importi contenuti: 8 aziende su 10 ritengono che avranno bisogno di interventi di sostegno alla liquidità aziendale e il ‘taglio’ dei fabbisogni vede il 60% delle richieste concentrarsi al di sotto dei 50mila euro.

Va ovviamente considerato che ci sono degli asset del sistema Paese che andranno sostenuti più a lungo e sino a quando il loro mercato di riferimento non sarà riattivato, come ad esempio la filiera del turismo. Questo richiederà uno sforzo collettivo importante ma necessario ad evitare di trovarci scoperti nei servizi e proposte nel momento in cui il mercato ripartirà.

“Due ultime riflessioni –aggiunge Bonomo-. Non dobbiamo dimenticare, di prestare attenzione all’impatto che il rallentamento generale dell’economia potrà avere sul sistema casa, sui trasporti e sulle infrastrutture. Evitiamo il rischio di congelamento e anzi rilanciamo ciò che di buono e utile c’è nella agenda delle politiche europee: il green deal va applicato alle infrastrutture da avviare o concludere del nostro territorio -alta velocità e banda larga in primis-. E il tema della digitalizzazione: dobbiamo essere capaci, facendo tesoro di quanto siamo riusciti tutti a mettere in campo in questa straordinaria emergenza a tutti i livelli, anche nella PA e nelle nostre stesse associazioni, di accelerare i processi di digitalizzazione”.

“In sintesi – conclude il Presidente – dobbiamo accelerare l’uscita dalla crisi avendo già in mente come attivare la ripresa e cogliendo l’occasione per avviare quei cambiamenti che comunque avremmo dovuto fare per essere più competitivi e costruire una nuova stagione di crescita e benessere”

Nota metodologica Confartigianato Imprese veneto ha sottoposto in collaborazione con le sette associazioni territoriali, tra il 20 e il 25 marzo scorsi, una nuova rilevazione web agli associati. Massiccia la risposta che ha superato di gran lunga quella precedente: 3.600 i questionari compilati. Le risposte pervenute sono state elaborate e ponderate sulla base dell’effettiva composizione settoriale dell’artigianato.

#iodacasapensoatuttinoi e scrivo a cittadini@vipiu.it storie ed emozioni belle per un migliore dopo Coronavirus

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