Coronavirus, Cub Pubblico Impiego a ministri Pubblica Istruzione e Sanità: #IoRestoaCasa, senza sprecare ferie e permessi

147
Maria Teresa Turetta Cub Vicenza Veneto e segretario nazionale pubblico impiego)
Maria Teresa Turetta (Cub Vicenza e segretario nazionale pubblico impiego)

In data odierna, scrive nella nota che pubblichiamo Maria Teresa Turetta (Cub Pubblico Impiego) abbiamo scritto una nota al Ministro della Pubblica Amministrazione e al Ministro della Sanità per mettere in evidenza l’ambiguità dei provvedimenti fin qui adottati per la prevenzione da Coronavirus e le disposizioni su lavoro agile.

Nella pubblica amministrazione si dispone da un giorno all’altro in modo utopistico di trasformare le ordinarie attività in lavoro agile. In pratica si impone una rivoluzione copernicana sapendo che il lavoro agile sarà applicato solo per pochi addetti lasciando mano libera alle amministrazioni di sottrarre diritti fondamentali dei lavoratori costituzionalmente previsti quali ferie, permessi, congedi per coprire le assenze imposte dalla chiusura dei servizi.

E’ chiaro che tutto ciò rappresenta un atto violento nei confronti della classe lavoratrice del pubblico impiego. Utilizzare i giorni di ferie, che tutelano la salute psicofisica del lavoratore, piuttosto che i permessi per motivi personali o familiari è una disposizione illegittima.

I dirigenti della PA, in particolare negli enti delle autonomie locali, per paura delle responsabilità di danno erariale stanno costringendo i lavoratori ad utilizzare ferie a copertura delle chiusure imposte dal DPCM 11 marzo 2020.

Allo scopo, il d.l. 9/2020 contiene una norma che avrebbe avuto lo scopo di consentire la scelta drastica di lasciare a casa i dipendenti non altrimenti impiegabili. Si tratta dell’articolo 19, comma 3: “I periodi di assenza dal servizio dei dipendenti delle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, imposti dai provvedimenti di contenimento del fenomeno epidemiologico da COVID-19, adottati ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, costituiscono servizio prestato a tutti gli effetti di legge. L’Amministrazione non corrisponde l’indennità sostitutiva di mensa, ove prevista

Questa norma va applicata senza ambiguità laddove non sussista il presupposto del lavoro indifferibile o essenziale e qualora l’amministrazione pubblica non attivi il lavoro agile per la gran parte delle attività ordinarie.

Maria Teresa Turetta Cub Pubblico Impiego