«In riferimento alla scritta “Liliana Segre ai forni”, comparsa nei giorni scorsi sul muro di una palazzina del centro storico di Vicenza, il Governatore Luca Zaia dice: “Siamo davanti ad un tema, quello dell’Olocausto, che rappresenta una delle pagine più vergognose ed orride della nostra umanità… Quelle scritte vanno tolte dal muro e condannate, senza se e senza ma”.
Queste parole ed altre, che qui potete leggere interamente, compaiono sul sito della Regione Veneto a firma del presidente Luca Zaia, che, però, non vi fa pubblicare, o se lo dimentica qualche suo collaboratore, la lettera di scuse che, stando ad alcuni organi di stampa, avrebbe inviato all’Ambasciata cinese a Roma.
In merito alla sua improvvida esternazione sui cinesi che mangiano topi vivi correlata all’insorgere del coronavirus, Zaia sostanzialmente avrebbe dichiarato: «Quando si sbaglia, si sbaglia. E a nulla valgono giustificazioni basate sulla stanchezza accumulata in questi giorni di grande tensione o sulla frettolosità di esposizione di concetti e di ragionamenti assai più articolati svolti nei giorni precedenti – senza peraltro suscitare polemiche – in molte sedi pubbliche e a molti organi di stampa…».
Ora se è lodevole la lettera di scuse, sia pur intrisa di distinguo e sempre una toppa a una gaffe istituzionale che non ci saremmo aspettati dal presidente del Veneto, non capiamo perché non sia stata pubblicata sul sito ufficiale della regione.
Un altro sintomo di stanchezza o un volersi scusare ma non sull’orgasmo ufficiale della Regione a memoria di… futura campagna elettorale a base giravolte e… streghe straniere alla stregua di un Salvini qualunque?