In un momento, quello dell’emergenza Coronavirus, in cui si chiede partecipazione ma sembra che ogni decisione sia solo un mezzo per fare propaganda o, in alternativa, polemica abbiamo chiesto a tutti i parlamentari veneti se sono d’accordo o meno e perché con il voto a distanza durante la pandemia Covid 19. I costituzionalisti sono divisi ma il parlamento europeo già adotta questa modalità per cui, essendo alla fine loro stessi che contribuiranno alla decisione, conoscerne l’opinione è il… minimo sindacale.
Dopo i vicentini Silvia Covolo (Lega), Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e Erik Umberto Pretto (Lega) e Diego Zardini, deputato veronese del Partito Democratico, prende posizione anche l’onorevole pentastellata Francesca Businarolo, padovana di Este presidente della II Commissione Giustizia, che inizia a risponderci affermando di essere “personalmente favorevole a ogni tipo di opzione che consenta di far funzionare al meglio il Parlamento, anche da remoto, in casi di emergenza come questa. Del resto, anche a livello europeo, a Bruxelles e a Strasburgo, ci si sta muovendo in questa direzione. Allo stato attuale, però, i regolamenti parlamentari lo impediscono: nulla vieta che in futuro potranno essere modificati, consentendo il ricorso a questa modalità in caso di necessità“.
Ora è necessario?
“In questi giorni concitatissimi le camere sono tutt’altro che ferme: deputati e senatori ascoltano le relazioni del governo, votano le conversioni dei decreti legge. Certo, non è possibile essere presenti in gran numero, il che pone dei limiti evidenti. Auspico che, finché durerà l’emergenza sanitaria, le commissioni possano essere messe in condizioni di lavorare il più possibile. In questo caso i vincoli di presenza potrebbero essere più facilmente superati, anche se i presidenti dovranno essere sempre e comunque a Montecitorio e a Palazzo Madama“.
Si riafferma, quindi, anche con l’On. Businarolo la disponibilità verso sistemi di partecipazione a distanza i cui pro e contro tecnico costituzionali, per altro, sono stati evidenziati in “Parlamento aperto: a distanza o in presenza?”, un ciclo di incontri promossi dal Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Giuseppe Brescia (M5S) e che ha visto la partecipazione di sei accademici in materia costituzionale che si sono confrontati sulla legittimità o meno del voto digitale all’interno per il nostro ordinamento istituzionale.
Il dibattito del 2 aprile ha visto schierati per il sì al voto a distanza il professor Salvatore Curreri, associato di Diritto Costituzionale all’Università ‘Kore’ di Enna, il professor Nicola Lupo, ordinario di Diritto delle assemblee elettive presso la Luiss Guido Carli in Roma e Consigliere parlamentare presso la Camera dei Deputati, e la professoressa Lara Trucco, ordinaria di Diritto costituzionale presso l’Università di Genova.
In merito all’intervista del sindaco Giacomo Possamai pubblicata su Il Giornale di Vicenza, Francesco Rucco, consigliere di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Vicenza,...