Mentre l’emergenza coronavirus (qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr) è argomento di discussione generale questa è la notizia (fonte www.tp24.it) che ci balza agli occhi: “Si sono radunati a Carpi, in provincia di Modena, per protestare dopo la morte di un collega, avvenuta martedì sera, quando un 41enne è rimasto incastrato in un macchinario presso l’azienda dove lavorava. Per questo sono stati denunciati dalla Polizia.
Radunandosi e dando vita alla manifestazione, gli operai non hanno rispettato le restrizioni in atto per il contenimento della diffusione del Coronavirus Covid-19. Gli otto operai denunciati appartengono alla sigla sindacale ‘Si-Cobas’. Il fatto è accaduto nello stabilimento di macellazione carni ‘Opas’ dove martedì sera è morto un operaio di 41 anni rimasto incastrato in un macchinario. “
Sconcertante.
Si colpiscono i lavoratori perché protestano per l’ennesimo lavoratore morto nei luoghi di lavoro (sono 102 da inizio anno, 219 considerando i decessi in itinere).
Lo si fa mentre i lavoratori vengono “invitati” (“comandati”) a continuare il loro lavoro (e non solo nelle aziende che producono/distribuiscono generi di prima necessità o utili a combattere l’epidemia) spesso senza le tutele e le protezioni necessarie, mentre i padroni (si, chiamiamoli con il loro vero nome) anche in questa occasione si dimostrano legati in maniera morbosa (una vera e propria malattia da debellare) solo al loro profitto.
Tanto che insistevano (fino alla recentissima notizia della firma di un protocollo sicurezza lavoratori tra governo, sindacati e confindustria … comunque riserviamoci di leggerlo prima di esprimere qualche giudizio) su un non meglio precisato “codice di autoregolamentazione” che non prevedeva sanzioni né l’obbligo dell’uso di mascherine se non “per chi è malato o che ha un malato in casa” (da repubblica.it).
Confindustria voleva una sorta di “raccomandazione” a prestare attenzione e un appello al “buon cuore” dei padroni. Sono posizioni e richieste, comunque, indegne di un paese civile.
Al solito i padroni vorrebbero che le leggi si fermassero fuori dai cancelli delle fabbriche. Dentro, chi lavora deve sottostare alle regole che lorsignori vogliono imporre per garantirsi sempre maggiori profitti (la famigerata autoregolamentazione ossia la “generosa benevolenza” della distribuzione delle briciole).
Le regole che tutelano il lavoro e la salute sono sempre considerate, da lorsignori, intralci, lacci e laccioli che possono e devono essere ignorate.
Qualcuno potrebbe affermare che “è il capitalismo, bellezza … e tu non puoi farci niente“, ma noi diciamo che è barbarie, nient’altro che una pericolosa e indegna barbarie. E che, con la lotta e l’unità di chi lavora, si può fare tanto.