A Milano, dopo la stretta per l’emergenza Coronavirus, un negozio su due ha già le serrande abbassate. Da Roma a Palermo, da Trieste a Genova, l’Italia è chiusa: nel primo giorno da “zona protetta”, gli italiani si iniziano ad abituare alla nuova normalità. Milioni di cittadini lavorano da casa, chi si sposta sa che può subire i controlli delle forze dell’ordine. Dopo le piccole folle notturne, la spesa al supermercato è tornata a un ritmo normale, mentre le compagnie aeree cancellano i collegamenti. Soprattutto, le piazze del nostro Paese sono mezze vuote, da piazza Duomo a piazza Navona.
La grande paura è che queste misure non siano ancora sufficienti per fermare la diffusione del virus. I contagiati hanno superato quota 10mila, mille sono i guariti, e i morti sono 631. Il ritmo del contagio sembrerebbe darci una buona notizia, perché dai 1.598 di lunedì si è passati ai 529 di martedì. Il problema è che dalla Lombardia, la regione più colpita, i dati sono incompleti, dunque è meglio usare prudenza.
Il punto cruciale è il numero di posti letto disponibili nelle terapie intensive degli ospedali italiani – scrive Luca Fraioli -: i posti sono 5.350, ai quali se ne potrebbero presto aggiungere un migliaio con interventi d’emergenza. Ma se l’epidemia dovesse seguire l’andamento esponenziale, in quanto tempo il numero di malati da ricoverare in rianimazione supererà i posti disponibili? Nel giro di una decina di giorni le persone da ricoverare in rianimazione potrebbero superare quota 10 mila. Il sistema non reggerebbe, e infatti la Regione Lombardia torna a chiedere una chiusura ancora più incisiva: stop a uffici, negozi e bus.
Scrive Ezio Mauro: “Siamo sempre pronti a rovesciare colpe e responsabilità sulla politica, che certo ne ha molte. Ma adesso, il divenire della crisi rovescia il quadro, e chiama in causa noi cittadini. La partita per contenere il contagio è nelle nostre mani e non c’è altra strada”.
di , la Repubblica
(qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)