Coronavirus, l’antireumatico giapponese Avigan reso popolare da un video di Cristiano Aresu è già in valutazione prudente presso l’Aifa

312

Un laureando romano in farmacia di 41 anni, Cristiano Aresu, ha messo in rete un video un farmaco giapponese, l’Avigan, sviluppato dalla Fujifilm Toyama Chemical, vantandone le proprietà curative per il “90% dei casi” e per il quale le autorità cinesi alcuni giorni fa sostenevano che si sarebbe dimostrato efficace nel trattamento di pazienti “non gravi” contagiati dal coronavirus. Il prodotto, ha riportato il Guardian, sarebbe stato utilizzato con successo nel trattamento di 340 pazienti tra Wuhan e Shenzhen. I pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sarebbero risultati negativi, in media, a 4 giorni dalla positività.

Ora sui media italiani si riferisce che, come per altri farmaci con presunti effetti positivi nelle cura degli affetti della patologia da Coronavirus Covid 19, anche per l’Avigan, un antireumatico come il Tocilizumab già in sperimentazione, l’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco presieduta da Domenico Mantoan, dg della sanità veneta, ha dato l’ok alla sperimentazione, e che verrà testato anche in Veneto forse «già da domani» come si augura il presidente della Regione Luca Zaia parlando dalla sede della Protezione civile di Venezia.

Il Favipiravir (nome commerciale Avigan) è un antivirale autorizzato in Giappone dal Marzo 2014 per il trattamento di forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti e il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci.

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha annunciato che avvierà, da lunedì, la valutazione precisando, come si legge su Il Mattino di Padova, che «Il medicinale non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Non ci sono prove di efficacia» mentre il presidente Aifa Domenico Mantoan, confermando che l’agenzia sta partendo «con l’analisi e con la definizione del nuovo trial clinico del nuovo Favipiravir, l’antivirale usato in Giappone», precisa che questo «non è dovuto al fatto che è circolato questo video virale, ma Aifa è molto attenta a definire e attivare qualsiasi protocollo terapeutico necessario. In questo momento, quello che ci aiuta è soprattutto trovare farmaci antivirali».

L’Aifa precisa in una nota che «ad oggi non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da COVID-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale Favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol».

«Sebbene – dice ancora l’Aifa che mette in guardia contro le fake annunciando anche di essere pronta alle vie legali – i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di Favipiravir (Avigan, ndr), in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti.

La Commissione Tecnico-Scientifica di AIFA, riunita in seduta permanente, rivaluta quotidianamente tutte le evidenze che si rendono disponibili al fine di poter intraprendere ogni azione (inclusa l’autorizzazione rapida alla conduzione di studi clinici) per poter assicurare tempestivamente le migliori opzioni terapeutiche per il COVID-19 sulla base di solidi dati scientifici. In particolare, nella seduta di domani, lunedì 23 marzo, la Commissione si esprimerà in modo più approfondito rispetto alle evidenze disponibili per il medicinale favipiravir.».

Se Franco Locatelli, nella conferenza stampa alla Protezione civile sottolinea che «un conto è parlare di possibili opzioni da testare e validare, un altro è definire queste opzioni come soluzione del problema Covid», in Europa l’Agenzia per i medicinali (Ema) sta valutando 20 nuovi farmaci e 35 vaccini e il direttore esecutivo, Guido Rasi, riguardo ai farmaci ha sottolineato il ruolo dell’Italia.

«Vanno eseguiti studi come sta facendo l’Italia – ha detto Rasi -. Ovvero su vasti numeri, come per il farmaco contro l’artrite reumatoide, che in un mese darà dati credibili. Dobbiamo invece scoraggiare tutti gli altri piccoli tentativi locali con altri antiretrovirali, su platee molto residuali di pazienti, a volte anche solo su 20 malati, perché non danno assolutamente alcuna risposta valida in termini clinici».

(qui la situazione ora per ora sul Coronavirus in Italiaqui tutte le notizie di VicenzaPiu.com sull’argomento, ndr)