Coronavirus, le bordate del virologo veneto Palù su infodemia della paura e Crisanti esperto di zanzare. In soccorso Ursini dell’Università di Padova

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Il 71enne professore veneto Giorgio Palù durante la sua carriera ha fondato la Società Italiana di Virologia ed è stato per sette anni presidente di quella europea che ha ricevuto tre premi Nobel. A Palù sono stati riconosciuti meriti nel campo della terapia anti tumorale ed antimicrobica, dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova e aver lavorato come primario presso l’Azienda Ospedaliera dell’Ateneo patavino. Che ora però attraverso le parole del professor Fulvio Ursini del Dipartimento di Medicina molecolare di Padova, diffuse dall’ufficio stampa dell’Università, alimenta uno scontro con l’ormai onnipresente Andrea Crisanti.

Tutto è nato durante una lunga intervista, ripresa in questi giorni da alcuni media a livello nazionale, di un’ora e mezza alla televisione padovana Tv7 visibile in tutto il triveneto (sopra una pillola, qui i video completi) nella quale Palù ha lanciato una bordata finale su Crisanti, definendolo uno studioso delle zanzare e non un virologo, come tanti epidemiologici, igienisti e infettivologi che affollano i talk show in questi mesi di pandemia.

“Crisanti è un mio allievo nel senso che accademicamente l’ho chiamato io da Londra. Non è un virologo, non ha mai pubblicato un lavoro di virologia. Devo dire che negli ultimi dieci anni non ha neanche pubblicato lavori di microbiologia. Ho fatto una certa difficoltà a chiamarlo, dico le cose per quello che sono. È un esperto di zanzare“.

Ma nell’intervista ci sono molti altri passaggi interessanti espressi da Palù, per cercare di chiarire il quadro sulla situazione Coronavirus.

“In questo momento abbiamo il 6% di ricoverati – spiega Palù – ricordo che a marzo-aprile erano il 25%, molti di questi hanno sintomi lievi, alcuni per ragioni sociali perché da soli, è una situazione diversa, ha senso cercare gli asintomatici in cluster limitati”.

“La letalità è del 2,8% a livello globale – aggiunge – ma sappiamo benissimo che le persone venute a contatto con il virus sono molte di più di quelle diagnosticate: è una letalità perciò relativamente bassa, più bassa di altre malattie infettive, sicuramente più bassa degli incidenti stradali, dei suicidi, delle patologie respiratorie per nano-polveri, non è l’influenza Spagnola, per il recente Coronavirus della Sars la mortalità era del 10%. Gli ordini di grandezza sono inferiori, ma c’è un’infodemia, l’informazione che è diventata pandemica crea paura del contagio e della morte. Si è perso il buonsenso.

Con un invito finale però di Palù per “vaccinarsi non solo per l’influenza stagionale, ma anche per il pneumococco, soprattutto le persone più anziane, ma anche quelli di 40-50 anni“.

Ecco quindi la difesa del prof. Ursini in soccorso di Crisanti: “per prima cosa, il prof Crisanti non è un allievo del prof Palù è il Dipartimento che ha deciso di chiamare Crisanti per le sue specifiche competenze nell’ambito della genetica delle popolazioni e le tecniche di gene drive, fondamentali per operare nella profilassi della Malaria ma ovviamente espandibili a svariati aspetti della ricerca biomedica”.

“La competenza scientifica – puntalizza sulle zanzare – non può essere deducibile dal modello animale studiato. Insetti, roditori o pesci sono lo strumento quotidiano di tutti noi che operiamo in biomedicina. Il concetto di “zanzarologo” è prima di ogni altra cosa sbagliato, ed è stupefacente che provenga da uno scienziato”.

Infine l’ultima stoccata a Palù: “bisogna sottolineare che il lavoro sulla pandemia, coordinato dal prof Crisanti e integrato da una squadra internazionale di collaboratori è stato immediatamente pubblicato da Nature e costituisce un modello operativo tra i più riconosciuti con cui oggi a livello globale si cerca di arginare la pandemia. In altre parole è una indubbia gloria per il Dipartimento e l’Università di Padova”.


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