Il momento non è certo facile né semplice vista l’emergenza sanitaria per il Coronavirus, sia per chi deve prendere decisioni a livello politico sia per i cittadini che se le vedono imporre: ma in un presente fatto più di incertezze che di sicurezze, più di paure che di momenti di serenità dobbiamo mantenere alta la guardia sulle conquiste fatte.
Ed è proprio in questo frangente che il nostro essere cittadini, che hanno a cuore il bene comune, si deve imporre con forza: oltre ogni paura e oltre ogni possibile censura o critica.
La Regione Veneto, nelle persone dei suoi rappresentanti, ha deciso di precettare l’ospedale di Santorso, per farlo diventare punto di riferimento per la provincia di Vicenza e probabilmente del Veneto, per gli malati di Covid 19.
Pertanto tutte le attività, esclusi i reparti di psichatria e punto nascite, verranno dislocate a Bassano o in altri nosocomi della provincia.
Tale scelta appare assai infelice per molti motivi: innanzitutto per gli oltre 150mila cittadini che gravitano attorno alla struttura sanitaria attuale e che vedrebbero allontanarsi di 50 km l’ospedale più vicino; a cui va aggiunta l’incertezza che tale scelta non sia solo emergenziale a causa del coronavirus, ma che si possa trasformare in una decisione definitiva: in fondo i segnali per percorrere questa via li abbiamo sotto gli occhi già da qualche anno.
Le altre due ragioni che comprovano la dubbia scelta, è che nella zona dell’ Alto Vicentino ci sono i due vecchi ospedali di Thiene e di Schio, che potevano essere rimessi in condizione di ospitare le persone colpite dal virus e l’isolamento, condizione indispensabile per tale emergenza, sarebbe stato ben più elevato rispetto all’infelice scelta di “inserire” tali pazienti in un altro ospedale con altri reparti in piena attività.
Vorrei sorvolare ma non posso non considerare inoltre la struttura ospedaliera di Santorso, che, al di là del fatto che nel mettere assieme Thiene-Schio ha sottratto posti letto, è spudoratamente spettacolare tanto da sembrare un set cinematografico, sia fuori che dentro. Ci sono, infatti, grandi corridoi, spaziosissime scalinate, enormi spazi aperti per oss, infermieri e medici ma è tutto promiscuo con la difficoltà che ciò comporta nello svolgere il loro lavoro con un minimo di tranquillità.
Viene il dubbio che sia stata proprio l’apparenza a far cadere la scelta su questo nosocomio visto che da fuori non può non colpire la… bellezza estetica dell’edificio. E l’ immagine che il Veneto voleva dare di sé al resto del Paese? Perchè, lo sappiamo per esperienza, in Veneto a molti piacciano le feste di inaugurazione con relativo tagli del nastro.
Ma è più probabile che la scelta sia puramente politica: gioco di poteri a cui noi cittadini siamo esclusi.
Il Presidente del Distretto Alto Vicentino, Franco Balzi, dice a nome dei sindaci del territorio di volere da parte di Zaia una garanzia formale e scritta su ciò che ne sarà della sanità territoriale, facendosi carico contestualmente ed economicamente del ripristino e riavvio polifunzionale dell’ospedale di Santorso.
Da anni la Sanità Pubblica ha subìto tagli e strumentalizzazioni politiche, ma nel presente la cosa è più pericolosa e grave che non nel passato, perché ora, se anche i cittadini volessero manifestare la loro contrarietà, a causa del coronavirus e delle limitazioni imposte (giustamente) dal decreto, non lo possono fare: impediti per legge a difendere il loro unico presidio ospedaliero di un vasto territorio.
Possiamo fidarci di Mantoan? E di Zaia, considerate le sue giravoltole delle ultime due settimane?
Non è che di due ospedali che avevamo, ora ne abbiamo solo uno e in futuro manco quello?
Meglio farsi qualche domanda in solitudine, tra le mura domestiche o con vicino (mantenendo la distanza di un metro) e darsi qualche risposta ora.
Usciti dal periodo della libertà limitata potrebbe essere troppo tardi.
P.S. di redazione. Per “Coronavirus, riaprire rianimazioni di Schio e Thiene: l’appello di USB e PCI è un’occasione per Zaia…” pubblicato solo una volta il 13 marzo sono arrivati a 20.037 i lettori “unici” (cioè molti di più perché ad ogni Ip corrispondono più lettori), che hanno cliccato e letto l’appello dedicandoci ognuno in media 3 minuti e 20 secondi (quindi molta attenzione) e addirittura 2.299 di loro hanno anche esplicitamente approvato con un Mi piace la proposta. Tutto questo pe non dar conto delle reazioni su Facebook…
(qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)