Coronavirus, Maria Rita Gismondo (Sacco): “non è pandemia ma influenza più seria”. Ilaria Capua: “una sindrome simil-influenzale”

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Maria Rita Gismondo monitora il coronavirus al Sacco dirigendo il reparto di diagnostica
Maria Rita Gismondo monitora il coronavirus al Sacco dirigendo il reparto di diagnostica
«Mi definisce la “signora del Sacco”? Burioni mi fa un grande onore, perché Luigi Sacco è stato un grande immunologo ed al Sacco lavorano grandi professionisti» (qui la situazione ora per ora, qui le nostre notizie sul Coronavirus, ndr).
Maria Rita Gismondo dirige il reparto di Microbiologia, virologia e diagnostica bioemergenze del Sacco di Milano, e nonostante il gran lavoro è più che lucida (il suo laboratorio analizza tutti i tamponi della Lombardia), soprattutto quando ripete che «questa non è una gara, e le offese non mi interessano perché non producono niente di positivo per la gente per la quale — non dimentichiamocelo — noi lavoriamo».
Dunque, c’è troppo allarmismo?
«Ribadisco. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Lo dico sulla base dei miei controlli fatti sulle pagine ufficiali dell’Oms e dell’Istituto superiore di Sanità. Non credo di aver fatto alcun errore di trascrizione dei dati. Se il collega, che certo non definisco “il signore del San Raffaele”, desidera criticare le mie dichiarazioni, sono felice che lo faccia direttamente, con dati alla mano».
Ci spieghi allora cosa sta succedendo
«Succede che noi stiamo facendo uno screening a tappeto. È logico perciò che andiamo a intercettare numerose positività, ma la maggior parte di queste persone ha banali sintomi influenzali. Le faccio un esempio: l’italiano ricoverato alla Cecchignola, positivo al Covid-19, ha avuto una congiuntivite, e per il resto stava bene. Come la gran parte delle persone che abbiamo testato qui e trovato positive, ma che stavano bene, o avevano i sintomi di una normale influenza».
Però ci sono stati tre morti
«Si tratta di persone anziane, L’ultimo decesso, una paziente oncologica. Il penultimo, una signora anziana e malata. Stiamo parlando di pazienti gravemente defedati, cioè immunodepressi. Purtroppo, data la loro situazione, sarebbero morte anche per una influenza».
Nel dibattito tra lei e Burioni, definiamolo così, si è inserita la virologa Ilaria Capua. Ha detto che l’Italia sta vivendo una situazione più critica perché sta cercando i casi più attivamente di altri, e ha definito il coronavirus “sindrome simil-influenzale”.
«Sono contenta che la dottoressa Capua, collega che stimo e di grande rilievo scientifico, la pensi come me. Negli altri Stati europei vengono fatti i test solo alle persone con gravi insufficienze respiratorie. Gli altri, con sintomi simil influenzali, non vengono testati, e quindi sfuggono alla registrazione come positivi».
di Brunella Giovara, da la Repubblica
N.B. Maria Rita Gismondo dirige il reparto di diagnostica dell’ospedale Sacco di Milano