Coronavirus, Mario Capanna: «Colpisce di più il cervello che i polmoni»

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L’ex leader del Partito Socialista di Unità proletaria Mario Capanna, una delle menti italiane del ’68, poi negli anni ’90 esponente dei Verdi, ha scritto un durissimo post su Facebook sul Coronavirus, in linea però con molte voci anche autorevoli, come quella della virologa dell’ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo.

«Il danno peggiore prodotto dal coronavirus è la sindrome di stupidità collettiva che ha generato. Meglio: che è stata costruita su di esso – scrive Capanna -. Maria Rita Gismondo, che dirige il laboratorio di Microbiologia clinica e di Virologia dell’ospedale Sacco di Milano, si sgola da giorni a dire che siamo di fronte a “poco più di una normale influenza”. Va considerata molto più affidabile del borioso Burioni. Infatti la percentuale di mortalità è inferiore a quella provocata dalle complicazioni della normale influenza (che ha messo a letto milioni di italiani) e riguarda, non a caso, essenzialmente persone anziane, per lo più già alle prese con patologie croniche».

«Tutto tranquillo, dunque? Ovvio che no – prosegue Capanna -. Bisogna stare guardinghi e prendere le poche, vere precauzioni necessarie. Punto, per ora, in attesa della scoperta di un vaccino. Invece la politica e i media hanno trasformato, per così dire, un moscerino in un elefante. Bombardamento, 24 ore su 24, da parte di televisioni e giornali sul virus assassino. Quando uno scafato, come Enrico Mentana, arriva a dedicare, per sere e sere, l’intero telegiornale al morbo, con servizi insistiti (inutili quanto allarmistici) su Codogno deserta ecc., è chiaro che ogni limite è stato superato».

«D’altra parte non va mai dimenticato che lo scopo di ogni emittente televisiva è mantenere attaccato il numero più alto possibile di telespettatori. Quindi giù coronavirus in tutte le salse, dato che l’argomento tira… Milioni di persone persone vivono tutto il giorno con il televisore acceso (più i social) e i risultati si vedono. L’assalto ai supermercati è la prova dell’istupidimento di massa indotto».

«Fino al ridicolo: che senso ha, per esempio, chiudere il Duomo di Milano, la Scala e le Università, quando poi i milanesi,giustamente, vanno in metro e in tram, in fabbrica e in ufficio? I focolai sono esplosi nella… repubblica cisalpina, dove c’è la (sedicente) sanità migliore. Che cosa sarebbe successo se il virus avesse cominciato ad attecchire al Sud? Apriti cielo! Quali e quante sarebbero state le invettive contro i meridionali?
Rileggere il Manzoni – sia i Promessi Sposi sia la Colonna Infame – ci dà la misura di dove può giungere, ieri come oggi, l’insipienza popolare indotta».

«Il vero guaio del coronavirus è che, prima dei polmoni, ha finito con l’attaccare i cervelli. Fino a provocare la recessione economica, in un Paese già prostrato.
Drammatico capolavoro, il tutto, della stupidità umana. La vera malattia grave, dalla quale tuttavia si può guarire – conclude Capanna -. Basta ragionare».

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