Coronavirus, minori e fase 2: il documento dei Garanti dei diritti della Persona del Veneto

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Genitori
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“Non stiamo vivendo tempi semplici ma l’emergenza ci ha resi solidali e capaci di accettare limitazioni che fino a qualche tempo fa, ci sarebbero sembrati inimmaginabili. Ma è necessario sin da subito, incominciare a riflettere e pianificare la cosiddetta fase 2 dell’emergenza da COVID-19, riprendere la costruzione, all’interno di una visione generale, di percorsi che partano dall’attenzione dei diritti delle persone di Minore età”.

Cosi si sono espressi i Garanti regionali dei Diritti della Persona di Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Province Autonome di Trento e di Bolzano, Toscana e del Veneto in cui, come è noto, svolge questa funzione la dottoressa Mirella Gallinaro. I vari Garanti regionali dei Diritti della Persona si sono riuniti in videoconferenza e sulla scorta dell’esperienza che hanno maturato nell’affrontare le tante criticità emerse nella prima fase del contagio hanno espresso le loro valutazioni in una nota diffusa oggi.

“Il Covid-19 ha letteralmente fatto esplodere l’attività dei Garanti regionali che hanno dovuto confrontarsi tra imposte limitazioni e diritti non più tutelati – si legge nella nota congiunta dei garanti – Difficoltà gestite in precedenza con fatica, oggi necessitano più che mai di maggiore interlocuzione con il governo. Come comportarsi rispetto alle evidenti difficoltà della educazione a distanza? Impossibile da garantire in maniera uniforme nei vari territori, per territori o contesti in cui vi è assenza o poca copertura delle connessioni e di differente disponibilità agli strumenti per l’accesso.

Come affrontare l’aumento di casi di cyber bullismo e di adescamento in situazioni di isolamento? Come agire nei confronti di violenze vissute e/o assistite in situazioni di cattività in cui è impossibile anche la semplice denuncia. Le ricadute psicologiche e sanitarie saranno importanti e sarà necessario avere la disponibilità di strumenti e risorse dedicate.

I Garanti hanno rilevato che il distanziamento sociale ha creato difficoltà al ricongiungimento in situazioni di affido o di diritto di visita in situazioni di separazione o di allontanamento genitoriale ma anche nell’inserimento in comunità o in case famiglia in assenza di diagnosi certe.

La stessa continuità socio-assistenziale ed educativa nella presa in carico quotidiana è messa in difficoltà se non si progettano modalità alternative. Anche l’accesso a parchi e giardini ha necessità di regolamentazione, tutte quelle attività che prima apparivano scontate adesso avranno bisogno di regole certe e non discriminanti.

Solo così – conclude la nota – la ripresa potrà rappresentare l’occasione per invertire l’ordine delle priorità e immaginare nuovi modelli organizzativi, relazionali e sociali, che mettano al centro bambini e ragazzi.


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