“Quarant’anni di lavoro, milioni di chilometri alle spalle, ma una situazione del genere non mi era mai capitata! Serve la dichiarazione di stato di crisi del settore!” E’ davvero preoccupato della repentinità e dalla dimensione delle conseguenze che si stanno abbattendo sul settore del trasporto pubblico locale a seguito dell’esplodere dell’emergenza “coronavirus” in regione Alessandro Nordio Presidente regionale veneto e nazionale dei Tassisti di Confartigianato. “In Veneto, dalle città d’arte sino ai territori meno interessati dal turismo, si è fermato tutto ed è notizia di queste ore che la British Airways non farà più scalo negli aeroporti di Venezia, Bologna e Milano sino al 28 marzo. Ma già da venerdì, i Taxi sono fermi per ore nei posteggi e le strade sono deserte –denuncia il Presidente-. Dalle nostre antenne sul territorio arrivano veri e propri bollettini di guerra: oltre al dato dei capoluoghi di provincia che registrano cali tra il 50 ed il 60%, con conseguente riduzione del personale dipendente, abbiamo i casi Castelfranco Veneto -95%, Mogliano -90%, Chioggia -80%, Abano, Lido Venezia e San Donà -70%, Conegliano e Treviso -60%, Bassano -50%. E quello che è peggio è che il calo è in crescita con il passare dei giorni”.
Si tratta dell’ennesima conseguenza delle ordinanze emesse da Governo e Regioni. “Hanno chiuso cinema, teatri, musei, chiese, scuole e molte altre attività -denuncia Nordio– e sono riusciti ad ammazzarci. Lo tsunami Covid 19, da venerdì scorso ha mandato in tilt uno dei motori più efficienti del Veneto: il turismo, una macchina da 20 milioni di arrivi e 70 milioni di presenze (nel 2018). Ormai è chiaro che l’emergenza sanitaria legata al coronavirus, oltre a destare preoccupazione, ha iniziato a provocare un effetto recessivo. Ma va fatto presente al Governo che il trasporto persone, Taxi, Ncc e Bus Operator, è quello più colpito –prosegue Nordio-. Ben vengano, quindi le misure di aiuto che il Governo sta pensando per il mondo dell’imprenditoria e per le popolazioni delle zone rosse, ma non si sottovaluti quanto sta succedendo in ogni angolo del Paese nel nostro settore. I rami del turismo e degli affari, volani economici di tutti i tassisti d’Italia, si stanno fermando. Occorre dichiarare lo stato di crisi e valutare la possibilità di sospendere alcuni versamenti tributari oppure prevedere interventi sull’erogazione di contributi diretti. Per i radiotaxi più organizzati, come ad esempio il nostro di Verona che sta valutando di strutturare la piattaforma tecnologica in smart-working, servirebbero infine agevolazioni per gli investimenti di notevole rilevanza necessari visto il ruolo pubblico che ricopriamo”.
Ad essere bloccato è l’intero comparto della mobilità collettiva: gite scolastiche, turistiche, viaggi di lavoro. Fermo anche il servizio di noleggio con conducente e i taxi che lavorano in particolare con il mondo del business perché le aziende hanno limitato notevolmente gli spostamenti dei loro dirigenti, tecnici, ed anche gli incontri con la clientela soprattutto estera, perciò niente transfert da e per gli aeroporti, hotel, ristoranti. “Si tratta di contrastare il duro colpo che l’infezione da coronavirus sta infliggendo all’immagine dell’Italia e del Made in Italy –conclude Nordio-, con ripercussioni non soltanto sul nostro export, ma anche su fattori più prettamente interni, come sta già succedendo per l’annullamento delle più importanti fiere nazionali”.
Daniele Rigato vice presidente della categoria BusOperator: “il settore è devastato. Servizi scolasti fermi, gite sospese, qualsiasi evento e manifestazione bloccate. I nostri mezzi sono tutti nei piazzali. A ciò si aggiunge il blocco del lavoro delle agenzie viaggi che stanno registrando una marea di disdette. Avevamo investito in mezzi e risorse per affrontare la stagione primaverile, costi che ogni collega deve giornalmente sostenere, Ad oggi abbiamo il problema di dove trovare le risorse per far fronte alle spese”.
“I noleggio con conducente sono legati a doppia mandata con il turismo –afferma il Presidente regionale Denis Pulita– e i viaggi si stanno riducendo al lumicino. Anche il trasporto d’affari e congressuale è al palo. I viaggi all’estero ad esempio sono bloccati perché gran parte dei Paesi di destinazione fanno problemi al nostro personale che arriva dal Veneto senza distinguere zone rosse dal resto. Risultiamo tutti “non graditi”. Una situazione paradossale che sta minando alle fondamenta un settore che viaggia con margini risicatissimi”.