Coronavirus, una giornata di quarantena: #andràtuttobene e, a chi non ha rispettato la distanza dal frigo, anche tutto più stretto…

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Frigoriferi pieni da... coronavirus
Frigoriferi pieni da... coronavirus

Un altro giorno di quarantena per l’emergenza coronavirus e la pesantezza della situazione inizia a manifestarsi. Ormai non mi vesto neanche più e rimango in pigiama, tanto non devo andare da nessuna parte, ma è sbagliato.

Le mie figlie sono a casa da scuola già da tempo e gli effetti si fanno sentire: mia figlia più piccola ha detto che vuole tornare a scuola e io non avrei mai creduto che arrivasse a dire una cosa del genere!

L’unico che esce è mio marito, artigiano, per lui niente smart working. Al pomeriggio esco anche io per fare la spesa, una sola uscita necessaria e concessa, ma da effettuare con responsabilità e da parte di un solo membro per famiglia.

Una volta arrivata al supermercato mi colpisce il reparto alcolici quasi a secco, mi sa che qui a Vicenza, come nel film con Alberto Sordi “Tutti a casa!”, la gente uscirà dalla quarantena solo quando avrà finito il vino e non l’emergenza.

Una volta rientrata a casa finalmente rifletto su quanto sia potente questo coronavirus, che ci governa tutti con la paura e che ha costretto una democrazia a comprimere i nostri diritti stravolgendo anche un intero sistema educativo, che si è adattato come ha potuto in questa emergenza fino alle videolezioni. Ma non mi importa se le mie figlie rimarranno indietro, perché ora stanno imparando altro, che non è scritto sui libri, stanno imparando ciò che è veramente essenziale, stanno imparando la vita.

Questo virus è cosi potente che ci cambierà tutti.

Noi non saremo più gli stessi, ora sappiamo che la realtà è quella fatta di abbracci, baci e pacche sulle spalle, non dai like su Fb.

Abbiamo riscoperto il valore della libertà e della realtà, quella vera, non virtuale.

Il coronavirus è così potente che ha restituito ognuno di noi al suo  ruolo, senza più invasioni di competenze, penso ai medici, che sono stati aggrediti tante volte, ai professori, spesso sminuiti dai genitori, alle forze dell’ordine. Ecco, invece, che oggi si riscopre l’importanza di tutti loro e il valore di un sistema pubblico, che si fonda, prima di tutto, sulle persone.

E’ così potente questo virus che ci ha fatto capire che tutti i lavori sono importanti e indispensabili: oggi lavorano per noi medici, infermieri, ma anche cassieri di supermercati, camionisti… tanti, alcuni prima poco considerati!

E’ così potente che ci ha aperto gli occhi sul mondo: penso agli aiuti arrivati dalla Cina e da Cuba e non, se non in drammatico ritardo, dall’Europa, di cui facciamo parte e a cui tanto abbiamo contribuito anche economicamente; penso alla vergognosa vicenda delle mascherine da noi cercate come pepite d’oro e acquistate magari sempre a peso d’oro, se non quando sono di (efficace?) “tessuto non tessuto“, perché servono di  fronte a una situazione così drammatica con tanti contagiati e  tanti morti, se non altro, quelle “vere” per proteggere il nostro personale sanitario.

Penso all’Europa, che in poca sostanza ci ha detto di arrangiarci.

Penso all’Inghilterra che augura felici Hunger Games ai suoi concittadini, che sacrifica al coronavirus i più deboli per creare l’immunità di gregge per i più forti, mentre qui da noi i più forti, non tutti, per carità, ma molti, i migliori, si adoperano per salvare quelli più fragili.

Allora penso all’Italia, che da Nord a Sud si fa forza e si unisce per sconfiggere questo nuovo dittatore e sono certa che tutto ciò passerà, che ce la faremo e vinceremo e che allora saremo noi a scrivere la storia, perché, come dice Stefano Massini, “Siamo improvvisamente consapevoli di essere fragili e questa è la condizione umana tuttavia“.

Noi ci siamo illusi che l’essere umano fosse onnipotente, che fosse forte, che fosse imbattibile, che fosse quasi una macchina.

In realtà ciò non è vero e questa esperienza ci ricorda drammaticamente che noi siamo tutti estremamente fragili.”

Poi torno a fare l’eroina, perchè, nel 2020 non credevo si potesse salvare il mondo stando in pigiama…

#iorestoacasa

#andràtuttobene e a me, che non ho rispettato la distanza da frigo e dispensa, anche tutto più stretto…

(Qui la situazione ora per ora sul Coronavirusqui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)