Apprendiamo con sconcerto – scrivono nella nota che pubblchiamo i portavoce CoVePA Matilde Cortese, Massimo M. Follesa ed Elvio Gatto – quanto riporta il Corriere del Veneto del 13 gennaio 2023 a pagina 30 in merito al rinvio a giudizio di Mario Putin e dei suoi, oltre che del dominus veneto Mantoan, per l’annoso sistema corruttivo veneto. Alla luce dei recenti sviluppi della vicenda PFAS c’è da chiedersi perchè pagare 90 euro per le analisi elargite paternalisticamente da Bottacin, quando a Mario Putin la sanità veneta ha fatto sconti d’oro?
La nostra delusione è enorme rispetto al fatto che molti volti della galassia NOPFAS si beano del risultato di avere ottenuto le analisi per i residenti delle cosiddette zone arancioni dell’inquinamento da PFAS della Miteni.
Non c’è nulla da festeggiare nel fatto di dover pagare analisi per sapere se siamo inquinati, analisi che in precedenza era impossibile, se non addirittura, proibito fare. Soprattutto il risultato sarà che nessuno le farà. È come festeggiare perché la Pedemontana Veneta dobbiamo pagarla con le tasse e il bilancio regionale e non con il pedaggio!
Possiamo dire che le uova del serpente pedeveneto stanno dando i loro frutti intaccando il bilancio e il servizio sanitario e impedendo la gratuità delle analisi per chi è inquinato. Sono uova che si schiudono in ritardo ma che comunque portano a partire dal secondo anno di apertura totale un conto economico di 198 milioni di €, il più basso della covata del serpente.
Tra coloro i quali festeggiano in una foto ricordo con gli esponenti dei comitati è presente l’ex assessore Coletto, nonché l’assessore Bottacin noto per la querela a uno degli esponenti più rappresentativi del Movimento contro i PFAS. Poteva mancare un consigliere di opposizione? Certo che no e per questa volta si è fatto avanti il consigliere comunale di Vicenza Colombara.
La responsabilità di aver aderito a quell’incontro ricade tutta sugli esponenti di LegAmbiente e di MammeNOPfas, rispetto alla quale siamo esterrefatti, costernati e indignati. Non possiamo celare il moto di rabbia nei confronti di quegli esponenti che sono corsi a compulsare comunicati e messaggi sui social: che si vergognino! Si tratta di un gesto paternalistico da parte di una giunta e di un movimento politico che in Veneto ha l’abitudine di querelare per intimorire gli attivisti e i politici che esprimono le loro critiche con cognizione e in modo circostanziato.
Quello della Giunta Zaia e di Bottacin è paternalismo becero, teso a togliere su di loro il giudizio di molti che li ritiene responsabili politici e storici della vicenda. Sono molti a ritenere che la Regione Veneto stia dalla parte sbagliata della sbarra nel processo in corso a Vicenza, per le enormi implicazioni in quella vicenda delle agenzie regionali di controllo della salute, del lavoro e dell’ambiente. Si tratta di un gesto da padri-padroni di un Veneto che ormai appare essere inquinato, non tanto nelle sue acque, nei suoi territori e nell’aria che si respira quanto nella morale, nell’etica e nella capacità di giudizio.
Ma forse non si tratta della degenerazione dell’inquinamento, semplicemente questi uomini e queste donne sono disposti/e ad accettare ogni effetto e conseguenza, a dimenticare anni di battaglie civili e di progresso per il nostro paese, soprattutto quelle rappresentate dalle lotte e dalle conquiste femministe proprio contro il paternalismo di coloro i quali si atteggiano da padri-padroni.
Portavoce CoVePA Matilde Cortese, Massimo M. Follesa ed Elvio Gatto