Nelle tesi di Laurea gli studenti commettono errori di terza elementare – è scritto in una interrogazione comunale firmata dai Ciro Asproso – Raffaele Colombara – Giovanni Selmo – Isabella Sala – Ennio Tosetto – grammatica, ortografia, comprensione del testo, sono queste le principali carenze scolastiche riscontrate dagli oltre 600 professori universitari, che nel 2017, hanno scritto al Ministero dell’Istruzione per denunciare la condizione di semi-analfabetismo in cui versano un gran numero di ragazzi italiani. Data la scarsa dimestichezza dei nostri giovani con il congiuntivo, forse varrebbe la pena di aumentare le ore per lo studio dell’italiano.
E’ sicuramente importante legare la Scuola al proprio territorio e tenere viva la memoria del patrimonio culturale e storico del Veneto, ma introdurre i corsi di lingua veneta, come proposto dall’assessore Cristina Tolio, francamente, ci pare scollegato dalla realtà.
Infatti, a detta di insigni linguisti il dialetto nelle Scuole è quasi impossibile da insegnare per una serie di ragioni pratiche: mancanza di conoscenza dei dialetti da parte dei docenti, mancanza delle ore disponibili, difficoltà di insegnare i dialetti a studenti di varie etnie, l’assoluta mancanza di grammatiche valide (basti pensare che il dialetto di Valdagno o Zermeghedo è diverso da quello parlato a Vicenza o a Schio), per cui coloro che si ostinano a prospettare l’insegnamento del dialetto nelle Scuole, oltre a consigliare una strada sbagliata e difficilissima da percorrere, non lo fanno certo per ragioni didattiche, quanto per motivi di carattere ideologico.
La Scuola finlandese, che è considerata tra le migliori al mondo, prevede lo stesso numero di ore di insegnamento, sia per l’inglese, sia per la lingua madre, con tanto di laboratori e attrezzature specifiche, pensiamo che un serio investimento sul futuro dei nostri ragazzi dovrebbe andare in questa direzione, piuttosto che sottrarre ore di insegnamento a beneficio del dialetto.
Tutto ciò considerato si CHIEDE:
La proposta dell’assessore è stata condivisa in Giunta o si tratta di un’uscita estemporanea? Cosa ne pensa il Sindaco?
In termini di risorse economiche, è stato ipotizzato il costo per le Casse comunali di una simile iniziativa?
L’adesione allo studio del dialetto dovrebbe essere obbligatoria o solo facoltativa?