Le reazioni al video anti “tetescho” di Tullio Solenghi… Cosa ci rimane di Manzoni? Ma Ursula Von Der Leyen si scusa con l’Italia

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Solenghi, Marchesini e Lopez ne
Solenghi, Marchesini e Lopez ne "I promessi sposi" Rai 1990

Negli ultimi giorni hanno destato una grande attenzione mista a un certo sconcerto e notevole eco sui media nazionali le parole contro la Germania dell’attore e comico genovese Tullio Solenghi.

In un video pubblicato su Twitter, ripreso e rilanciato da Vicenzapiu.com ("Coronavirus, Tullio Solenghi in video su solidarietà… tedesca: “grazie di essere italiani e non tedeschi” ma dimenticando l’asse Mussolini Hitler") totalizzando ad oggi circa 40.000 visualizzazioni e oltre 800 commenti, con più di 1.000 like e poco più di 400 pollici verso, l'attore ha ribadito più volte il suo orgoglio di essere italiano e non “tetescho”, detto più volte canzonando l’accento dei destinatari delle sue invettive.

Il pretesto per questo attacco è il rifiuto da parte della Germania dei Coronabond, ovvero delle obbligazioni a lungo periodo emesse con garanzia comune di tutti gli Stati europei della UE, già chieste e mai emesse in passato e ora richieste per far fronte alla crisi del Coronavirus su proposta di Italia, Francia, Spagna e altri Paesi europei.

L’attacco di Solenghi all'opposizione tedesca a un intervento economico europeo, per altro condiviso da tutti e non sulle spalle dei beneficiari più deboli, parte dalle "responsabilità" della Germania per guerre mondiali e pagamento dei "danni di guerra" (mancati o ridotti per la solidarietà allora dimostrata nei suoi confronti dagli altri Stati), fino ad arrivare al paziente zero della pandemia da Coronavirus Covid-19 diffusa in Italia, che sarebbe arrivato proprio dalla Germania.

Un excursus lungo 100 anni che fa riemergere peccati originali e colpe ataviche non ancora sbollite. La ricostruzione presenta infatti alcune inesattezze che paiono eccessive ad alcuni commentatori, mentre per altri potrebbero essere volute e provocatorie, nello stile di un "comico" che estremizza le situazioni per denunciarne gli effetti.

I commenti relativi al video del comico postato su YouTube rivelano, comunque, un sentire spaccato in due; e alcuni, i più motivati pro e contro e i più "folli", li rilanceremo per le dovute riflessioni su VicenzaPiu.com.

C’è, tra questi, chi getta ulteriore benzina sul fuoco rinfacciando alla già traballante Europa tutti i suoi misfatti degli ultimi giorni (l’infelice uscita della Lagarde sullo spread in primis) e ne considera ispiratrice la Germania; c’è chi invece invita l’attore genovese a riaprire i libri di storia sulla prima guerra mondiale, "causata dai serbi", e sulla seconda, generata dalle sanzioni eccessive contro la Germania prima sconfitta  e, poi, per questi commentatori, legittima  persecutrice di sionisti ed ebrei, ma qui a questi ultimi andrebbe un richiamo alle coscienze prima ancora che alla storia.

Se vengono sprecati insulti, con non infrequenti rinvii alla complicità dell'italiano Mussolini col tedesco (in effetti austriaco per nascita) Hitler, non mancano però i plausi: "Bravissimo”, “Uscire dall’Europa SUBITO”, "Hai ragione" sono alcuni dei commenti alla performance.

Alcuni si limitano, quindi, a due, tre parole, a degli slogan, insomma, col più lungo dei "corti" che recita un “Sono più di 2000 anni che cercano di assoggettarci!”, gradito a chi probabilmente non va ancora giù il Sacco di Roma, mentre altre "opinioni", molte delle quali in inglese e tedesco a confermare l'eco della provocazione di Solenghi, si dilungano, pro e contro la "versione" dell'attore, in esegesi storiche, alcune delle farebbero impallidire le più diffuse fake news di questi tempi.

Ma, per fortuna diremmo, non mancano quelli che invitano a fare commenti più moderati alle parole del comico invitando a non generalizzare.

Per costoro ogni epoca ha avuto i suoi problemi, a volte non ancora esaminati e sviscerati a fondo, e non sempre la classe dirigente corrisponde al popolo che rappresenta. E, per questi "moderati" o "moderatori", un’uscita così netta da parte di una persona della visibilità di Solenghi fa solo il gioco di chi vuole polarizzare ancora di più un’opinione pubblica già divisa in due da più o meno esperti, da politici e politicanti e ora anche da protagonisti del mondo dello spettacolo.

Trovare un nemico comune da combattere durante una crisi, meglio se identificabile con uno Stato o delle persone, riempie la pancia, all’inizio crea anche unità, ma alla lunga porta solo danni. Lo sapeva Hitler e lo sapeva anche Mussolini (spesso citati nei commenti al video), rispettivamente i capi di due regimi alleati che hanno fatto proprio della minaccia di un nemico esterno la loro strategia i cui effetti drammatici per le persone e per la democrazia non sono stati ancora metabolizzati, anzi si trascinano fino ad oggi.

Esempio fresco ne è l’attribuzione da parte dell’europeo Parlamento ungherese dei pieni poteri ad Orbàn, segno che il fattore nazionalistico cavalca le debolezze generate dalla crisi molto più velocemente di quanto riescano ad contrastarle la Ue nel nostro continente e altri consessi internazionali altrove.

Se i rancori di Solenghi sono rivolti solo contro il nazismo, tralasciando il fascismo e, secondo i suoi detrattori, altri "ismo" (su tutti il sionismo e l'americanismo), parole come le sue rischiano, quindi, ecco un rischio, di avere l’effetto opposto a quello di spingere per cercare il modo di risolvere la crisi.

Semplici parole accusatorie possono diventare opinioni comuni: “Come accade più che mai, quando gli animi son preoccupati, il sentire faceva l’effetto del vedere”, scriveva Manzoni nei "Promessi sposi", il romanzo che lo stesso Solenghi con l’indimenticabile trio completato da Anna Marchesini e Massimo Lopez ha portato sugli schermi italiani in una versione comica epocale.

Ed è lo stesso romanzo in cui Manzoni, nei capitoli XXXI e XXXII, ci mette di fronte all’assurdità dell’uomo nell’emergenza, della folla che esorcizza la paura della peste attraverso la “caccia agli untori” per la spontanea necessità di concentrare le proprie forze su, e contro, qualcosa a portata di mano.

Non potendo prendersela con la natura e i suoi topi e pipistrelli (si potrebbe dire di questi tempi) si individua qualcuno di più concreto, di più vicino; e, se non si trovano abbastanza colpe nel presente, si può andare indietro finché non si trova qualcos’altro.

Allora viene da chiedersi, nonostante tutte le volte che Anna Marchesini ha fatto leggere e rileggere I Promessi Sposi ai suoi compagni prima di andare in scena, cos’è rimasto a Solenghi e cos’è rimasto a noi di Manzoni?

E se gli italiani fossero gli "untori" della peste del malgoverno economico per i tedeschi? Forse anche a costoro, non sempre ligi alle regole europee, tipo quelle sui limiti dell'eccesso di avanzo commerciale da tempo superati a danno degli altri Paesi, farebbe comodo rileggersi "Die Verlobten, eine mailaender Geschichte aus dem 17. Jahrhundert", ritradotto in "La fidanzata, una storia di Milano del sedicesimo secolo", alias "I promessi sposi", il vero titolo del romanzo.

Come vera sarebbe e sarà l'Europa se per attivarlo ricorderà il significato di Eurobond: "meccanismo solidale di distribuzione dei debito a livello europeo attraverso la creazione di obbligazioni del debito pubblico dei Paesi facenti parte dell'eurozona, da emettersi a cura di un'apposita agenzia dell'Unione europea, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi Paesi...".

Se l'Europa sarà tale, come sembrano oggi far sperare le scuse all'Italia di Ursula Von Der Leyen in una lettera pubblicata su la Repubblica, Solenghi, a modo suo, voleva forse arrivare a sollevare con la provocazione il velo del politically correct, spesso più consono ai forti che a chi soccombe.

https://youtu.be/kjwvDfDdfOI

(qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)

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